Roberto, il medico di Cosenza “eroe” in Eritrea

Ha salvato centinaia di eritrei dalle morti per insufficienza renale e formato una equipe di medici, con il sostegno di Consulcesi Onlus.
Realizzata la prima dialisi ad Alta efficienza nella storia dell’Eritrea.
Il dottor Pititto:“L’Africa mi ha dato più di quello che ci ho messo io”.

Roberto è un medico, ha 63 anni, una famiglia e due figli. Vive a Paola in provincia di Cosenza e lavora al Centro di dialisi dell’ASP locale. In Eritrea, Roberto è considerato un eroe dalle autorità sanitarie, perché in 15 anni di attività volontaria, ha salvato migliaia di pazienti e ricevuto un riconoscimento dal Ministro della salute e dall’Ambasciatore italiano per aver esportato la cura salva-vita della dialisi in Eritrea, laddove prima la gente moriva per insufficienza renale. Roberto è uno dei fondatori dell’Associazione Medici Volontari (As.Me.V.) della Calabria che con il sostegno di Consulcesi Onlus ha contribuito a costruire due centri dialisi attivi, all’Orotta Hospital e al Sembel Hospital, con 8 posti reni l’uno e 30 macchine, ed è pronto un terzo centro con 4 posti, a febbraio.

Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita: la formazione ai medici.

Nel 2005 l’Associazione Medici Volontari (As.Me.V.) Calabria entra in contatto con il Ministro della salute locale, in Eritrea non esistevano centri di dialisi e la gente moriva o era costretta ad emigrare in altri Paesi. Da quel primo incontro nasce il programma di aiuto per istituire la dialisi pubblica e gratuita e trasportare i primi macchinari, che grazie agli aiuti umanitari come Consulcesi Onlus, diventano nel tempo più strutturati. Non solo macchine, il progetto portato avanti dal Dottor Pititto e da un intero team guidato dallo specialista in apparecchiature per emodialisi Francesco Zappone ha previsto un programma di formazione che ha formato decine di medici e infermieri locali. “In emergenza, i medici eritrei ora sono diventati più bravi di me – commenta il dottor Pititto – anche perché in Africa lavorano in condizioni diverse e di maggiore libertà, – e aggiunge “in Italia noi medici non dobbiamo difenderci dalle malattie, ma dagli avvocati” facendo cenno al problema della medicina difensiva che preoccupa i professionisti italiani.Il problema in cifre. In Italia, i pazienti nefropatici sono 1 ogni 1000 abitanti e si contano più di 50 mila casi, quindi una stima dei malati in Eritrea potrebbe essere, in futuro, di circa tremila pazienti. I centri di dialisi sono riusciti a trattare centinaia di pazienti cronici dializzati e tantissimi acuti, ormai guariti, ma tanti sono ancora senza cure. Per questo il sostegno di realtà come Consulcesi Onlus sono necessarie per sostenere queste attività. “L’aver conosciuto Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Onlus – è stato un punto di svolta, senza il grande aiuto suo e della sua azienda, gran parte del lavoro non sarebbe stato possibile.”

Dialisi ad Alta Efficienza (HDF). Nella missione di novembre e dicembre 2019, Francesco Zappone,  oltre alla continua formazione dei tecnici dei centri Dialisi, con la manutenzione e riparazione dei reni artificiali ha installato due nuove apparecchiature di ultima generazione, che permettono di poter effettuare terapie dialitiche cosiddette ad Alta Efficienza (HDF), tanto è vero che possiamo considerare la data del 3 dicembre 2019 un’altra data storica per l’Eritrea, in quanto è stata effettuata la prima dialisi ad Alta Efficienza (HDF) su paziente. Francesco ha istruito Infermieri e Medici dei due centri sull’utilizzo di queste nuove apparecchiature, con risultati molto soddisfacenti, tanto che le due nuove macchine stanno continuando a lavorare anche dopo il suo rientro in Italia.

Emigrazione di ritorno. Grazie al suo lavoro di medico volontario ha contributo a generare un piccolo fenomeno di migrazione al contrario. Come Abasi, il ragazzo eritreo volato a Milano per poter curare la sua insufficienza renale, che è ritornato a vivere nel suo paese perché ora il centro di dialisi aperto dal dott. Pititto può sostenere le sue cure. 

Un impegno di vita. Roberto almeno tre volte l’anno vola in Eritrea, spesso a sue spese, per portare avanti il progetto umanitario. L’intera famiglia è coinvolta nei viaggi. La moglie, logopedista, lo accompagna per dare una mano e in più, sostiene anche il reparto di neuropsichiatria infantile con le sue competenze. “Gli africani mi insegnano a vivere il presente senza preoccupazioni del futuro, sorridono più di noi anche se vivono in condizioni di estremo disagio – afferma Roberto Pititto –  L’Africa mi ha dato più di quello che ci ho messo io, in Eritrea ci sono andato a ‘guadagnare’ in termini di rapporti umani, per la soddisfazione delle vite salvate e per la gioia di avere potuto dare conoscenza.”

Manovra, indennizzo per ex specializzandi: coperture dai risparmi della medicina difensiva

Presentati due subemendamenti per chiudere il contenzioso generato dalla tardiva applicazione delle direttive Ue per la formazione post laurea dei medici specialisti: rimborsi forfettari di 8 e 15mila euro annui. 

Il Senatore Antonio De Poli (primo firmatario): «Il Governo riconosca il percorso fatto dai professionisti» Massimo Tortorella (Presidente Consulcesi): «Soluzione di buon senso per i medici penalizzati ma anche per recuperare fondi da investire nel sistema salute. Importante ora non perdere il diritto al rimborso avviando il ricorso». 

La lunga vertenza dei medici ex specializzandi entra nella Manovra economica 2020. Due subemendamenti (n.55.0.2000 all’Atto Senato 1586, articolo 55 dopo il “capoverso articolo 55 bis”) propongono infatti la soluzione transattiva su cui si dibatte da tempo per porre fine al contenzioso che sta vedendo da anni lo Stato soccombere di fronte ai ricorsi presentati dai medici che tra il 1978 ed il 2006 non hanno ricevuto l’adeguata remunerazione durante la scuola di specializzazione sebbene questo fosse previsto da precise direttive europee (75/362/CEE, del Consiglio, del 16 giugno 1975, 75/363/CEE del Consiglio, del 16 giugno 1975, e 82/76/CEE del Consiglio, del 26 gennaio 1982). La platea degli interessanti dalla vicenda è di circa 118mila medici. 

Attraverso le azioni collettive promosse in questi anni, il network legale Consulcesi ha fatto riconoscere oltre 500milioni di euro ai suoi assistiti con la prospettiva di un esborso miliardario per le casse pubbliche. Solo negli ultimi mesi, per effetto delle ultime sentenze, Consulcesi ha consentito ad oltre 400 professionisti di ottenere rimborsi per un valore complessivo superiore ai 10milioni di euro. 

I provvedimenti presentati in Senato vedono il senatore Antonio De Poli come primo firmatario, ai quali si sono aggiunti i colleghi Antonio Saccone, Gilberto Picchetto Fratin, Dario Damiani, Massimo Ferro e  Raffaele Fantetti. Viene proposto un indennizzo di 8mila euro per ogni annualità del corso a quanti si sono immatricolati tra il 1978 ed il 1992 e di 15mila euro per gli specializzandi del periodo 93-2006. Alla remunerazione, a titolo fortettario, verrà inoltre aggiunta la rivalutazione monetaria decorrente dall’8 agosto 1991 alla data di entrata in vigore della presente legge, nonché gli interessi compensativi al tasso legale medio tempore maturati sulle somme rivalutate anno per anno. 

Riguardo la copertura, nei subemendamenti si legge che: “si può attingere al risparmio previsto sui costi annuali della medicina difensiva c.d. “positiva”, stimati in 10 miliardi di euro, pari allo 0,75% del Prodotto Interno Lordo, dalla Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, istituita con deliberazione della Camera dei deputati del 5 novembre 2008 e dall’AgeNaS – Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in conseguenza della entrata in vigore della Legge 8 marzo 2017, n. 24, disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie, in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 64 del 17 marzo 2017”. «Siamo di fronte ad una grande ingiustizia – commenta il senatore Antonio De Poli -. I due subemendamenti presentati riguardano proprio questo aspetto: il riconoscimento del percorso fatto come specializzandi e l’aspetto economico. Ci auguriamo che questa volta il Governo ci ascolti e finalmente lo Stato italiano riconosca il diritto di migliaia di medici». «La questione ora è ad appannaggio dei Tribunali, ma è corretto che il Parlamento si riappropri del suo ruolo. La soluzione transattiva, già proposta da diversi Ddl in maniera bipartisan e ora inserita in Manovra, consentirebbe ai medici penalizzati di veder riconosciuto il loro diritto – afferma il Presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella -. Ne gioverebbe anche lo Stato ed il Sistema Salute con un concreto risparmio di fondi che potrebbero essere reinvestiti proprio nella sanità pubblica, a vantaggio di operatori e pazienti. Abbiamo anche sensibilizzato Bruxelles sul tema, l’abbiamo portata all’attenzione del Parlamento europeo da cui è arrivato uno sprone al Governo a chiudere la vertenza. Questo sta per accadere ed è importante che ora i medici che non lo hanno ancora fatto formalizzino il ricorso per ottenere l’indennizzo». Per ottenere le informazioni ed il supporto legale, è possibile andare sul sito Consulcesi www.consulcesi.com oppure contattare il numero verde 800.122.777. 

Ecm medici verso la riforma, entra anche cannabis

Fnomceo, è una garanzia per la salute. Massimo Tortorella: «Il cambiamento non può prescindere dal contributo dei Provider: siano rappresentati nel gruppo di lavoro della Commissione Ecm» 

Il sistema per l’Educazione continua in Medicina (Ecm) va rivisto e serve una riforma, da scrivere entro un anno. Lo ha stabilito la Commissione nazionale per l’Ecm, di cui è presidente il ministro della Salute Speranza, a vent’anni dalla sua istituzione. Tra le novità, l’inserimento della formazione sull’utilizzo della cannabis terapeutica nella gestione del dolore e l’accreditamento dei percorsi multidisciplinari di sperimentazione clinica dei medicinali, nei quali sia data rilevanza alla medicina di genere e all’età pediatrica. Il sistema Ecm è previsto per consentire agli operatori sanitari di essere aggiornati sia in relazione ai risultati delle ricerche più recenti sulle diverse patologie, sulle nuove terapie, le innovazioni cliniche, che sugli scenari in Sanità aperti per esempio dall’intelligenza artificiale. La Commissione ha istituito un gruppo di lavoro per la revisione e la valorizzazione del sistema della formazione continua. La formazione continua dei professionisti della salute è “una garanzia per la salute del cittadino e per la qualità del sistema di cure” e “con l’istituzione di questo Gruppo di lavoro, la si vuol valorizzare”. Così Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), in merito all’istituzione di un gruppo di lavoro per la revisione del sistema della formazione continua in medicina. Istituito dalla Commissione nazionale per l’Educazione continua in Medicina, il Gruppo di lavoro scriverà le regole dell’aggiornamento per i prossimi anni. L’obiettivo è, spiega Anelli, “intercettare i fabbisogni di formazione di tutte le componenti delle professioni oggi esistenti: penso ai professori universitari e ai ricercatori, e delle nuove professioni. E adeguandola alle esigenze del Servizio sanitario nazionale, che deve fare i conti con i nuovi scenari legati, ad esempio, all’intelligenza artificiale, alle inedite frontiere della bioetica, alla cronicità e, non ultima, alla multidisciplinarietà e al lavoro in equipe”. “Il Gruppo di Lavoro nasce dal fatto che il sistema nazionale Ecm è ormai datato, quindi bisogna revisionarlo – continua il segretario della Fnomceo, Roberto Monaco -. Questo comporta che la multiprofessionalità, che già utilizziamo nel lavoro quotidiano, venga portata a sistema, includendo anche i nuovi Ordini istituiti con la Legge 3/2018”. 

«La riforma dell’ECM annunciata dalla Commissione Nazionale è una grande opportunità per il sistema salute italiano: ora sarà importante che questo processo sia orientato verso la qualità dei corsi, la Formazione a Distanza (FAD) e le straordinarie potenzialità dell’innovazione tecnologica. Sarà, inoltre, fondamentale che in questo processo anche i Provider partecipino attivamente al cambiamento». Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, realtà di riferimento per oltre 100mila medici e operatori sanitari, plaude al nuovo indirizzo dato all’aggiornamento continuo dal Ministro alla Salute Roberto Speranza, il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli e condiviso da tutti gli Ordini. Una riforma, annunciata a ridosso dell’imminente scadenza del triennio formativo, e chiesta a gran voce per risolvere le palesi criticità del sistema, evidenziate dai dati, e penalizzanti in termini di sanzioni e difficoltà di trovare coperture assicurative. «La nostra esperienza diretta sul campo, il programma formativo che stiamo portando avanti da anni rispondendo alle esigenze della classe medico-sanitaria, conferma che quella intrapresa dalla Commissione Nazionale ECM è la strada giusta: il futuro di questo settore – commenta Tortorella – è corretto ricercarlo nella formazione di qualità, con la massima attenzione a fornire contenuti che arrivano dalle più recenti ricerche scientifiche nazionali e internazionali. Un ruolo fondamentale lo gioca inoltre la tecnologia, indispensabile per far continuare a crescere la Formazione a Distanza e per proporre un aggiornamento rispondente alle reali necessità dei professionisti. Sono proprio i medici che orientandosi tra i nostri 200 corsi manifestano la volontà di aggiornare le loro competenze con le modalità innovative di una e-learning che permetta di confrontarsi con il “Paziente virtuale” o simuli situazioni immersive grazie alla realtà aumentata». Consulcesi mette in evidenza anche gli aspetti economici della riforma. «Ci auguriamo che vengano destinate ancora maggiori risorse all’aggiornamento professionale, magari anche attraverso il Patto per la Salute, perché non dimentichiamo che questo comparto ha un indotto di oltre 100mila addetti. A tal proposito – afferma Tortorella – la riforma rischierebbe di essere monca se venisse meno il contributo dei Provider che andrebbero coinvolti nei tavoli di lavoro con una vera rappresentanza nella Commissione ECM». 

Ludopatia: 1,3 milioni di malati, come curarla?

Consulcesi Club e il dottor Stefano Lagona, psicologo e psicoterapeuta specializzato nel trattamento delle tossicodipendenze e delle nuove dipendenze, lanciano il corso ECM FAD “Ludopatia: strategie ed interventi per il trattamento”

La video-presentazione del corso: https://www.youtube.com/watch?v=3KVbCB9W2S4&feature=youtu.be

Un aumento del 6% rispetto all’anno precedente, per un volume totale di denaro giocato di 101,8 miliardi di euro. Solo 3 anni prima la cifra non superava gli 84,3 miliardi di euro. Sono questi gli ultimi dati disponibili in tema di gioco d’azzardo in Italia, diffusi dal “Libro Blu”, pubblicazione annuale che riporta i dati principali sul mercato del gioco d’azzardo legale in Italia. L’anno di riferimento è il 2017, ma secondo quanto anticipato di recente dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la raccolta dei giochi pubblici – ovvero il numero delle puntate registrate in Italia nel corso dell’anno – nel 2018 avrebbe raggiunto i 106,8 miliardi, in aumento di circa il 3% rispetto all’anno precedente. In sostanza, è come se ogni italiano scommettesse un totale di 1.780 euro all’anno. In Italia si stima un totale di circa 1,3 milioni di malati patologici ma di questi solo poco meno del 10% (circa 12mila) sono in cura.

Numeri imponenti dietro cui si celano tantissimi giocatori occasionali (o comunque semplici appassionati) ma anche un volume sempre più consistente di casi patologici. Le persone affette da ludopatia solitamente stabiliscono con il gioco un rapporto esclusivo e altamente coinvolgente.
L’elevato livello di eccitazione raggiunto li spinge a trascurare tutto ciò che li circonda: famiglia, affetti e lavoro, con pesanti ricadute non solo dal punto di vista economico. La ludopatia è insomma una piaga che non accenna a fermarsi, ed è per questo che il Decreto legge n.87 del 2018 ha introdotto numerose disposizioni di contrasto al gioco d’azzardo (tra le quali il divieto di qualsiasi forma di pubblicità) ed è allo studio un riordino complessivo del settore, volto a definire un quadro di regole chiare che tutelino maggiormente il giocatore.

Un fenomeno dilagante e sempre più preoccupante che – per arginarlo ed affrontarlo – necessita di continui aggiornamenti anche da parte del personale medico-sanitario. In questa direzione va il corso promosso da Consulcesi Club dal titolo “Ludopatia: strategie ed interventi per il trattamento” a cura del dottor Stefano Lagona, psicologo e psicoterapeuta specializzato nel trattamento delle tossicodipendenze e delle nuove dipendenze.

Il corso FAD (Formazione a Distanza), annunciato da un video
(https://www.youtube.com/watch?v=3KVbCB9W2S4&feature=youtu.be), intende descrivere la patologia da gioco d’azzardo, analizzando anzitutto lo scenario storico culturale italiano del problema ed affrontando successivamente gli aspetti clinico-epidemiologici del disturbo. Vengono inoltre forniti strumenti relativi all’assessment del paziente, necessari alla presa in carico e alla formulazione di un programma di intervento. Nei quattro moduli che compongono il corso vengono anche illustrate le principali strategie di trattamento, a carattere psicoterapico, funzionali al recupero del soggetto: la psicoterapia cognitivo comportamentale, la psicoterapia sistemico relazionale, la psicoterapia psicoanalitica. Nell’ultima parte vengono descritti gli approcci complementari alla psicoterapia: i gruppi di auto-mutuo aiuto per giocatori e la formazione/informazione a carattere matematico statistico. Il tutto attraverso una modalità di aggiornamento che riesce a coniugare il rigore scientifico del materiale didattico con i tempi frenetici e il carico di lavoro tipici della professione.

Da questo punto di vista la Formazione a Distanza rappresenta la modalità più efficace per non farsi trovare impreparati con l’imminente scadenza del triennio formativo obbligatorio: in particolare, negli anni il catalogo FAD Consulcesi si è ampliato grazie ai Film Formazione, per un nuovo modello di edutainment, ad una collana di e-book con una serie di titoli d’interesse anche per i pazienti. È allo studio inoltre l’applicazione della tecnologia Blockchain all’intero percorso formativo, in modo da renderlo certificato e trasparente.

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Fake News Sconfitte per sempre: Consulcesi Tech lancia “Survey Chain”

L’hi-tech company specializzata in Blockchain e cybersecurity ha presentato a Dubai “Survey Chain”.
Il primo sondaggio basato sulla Blockchain dimostra che questa tecnologia avrà un impatto non soltanto in campo finanziario ma anche in quello sanitario

Durante il summit annunciata la partnership con DigitalBliz, società di servizi finanziari innovativi basati sulla Blockchain

Migliaia di esperti dei settori della blockchain e del fintech hanno assistito con curiosità ed entusiasmo alla presentazione del progetto “Survey Chain”, primo esempio di sondaggio condotto a livello mondiale attraverso l’applicazione della catena dei blocchi, una tecnologia capace di porre fine all’era delle rilevazioni “fake” che negli ultimi anni hanno messo in discussione la credibilità dei sondaggi.
Il progetto, messo a punto da Consulcesi Tech, azienda leader negli ambiti della blockchain e della cybersecurity, ha sorpreso i partecipanti della seconda edizione del “Future Blockchain Summit” di Dubai, la fiera più grande a livello globale in tema di tecnologia finanziaria. A questo link i risultati della rilevazione, secondo la quale la catena dei blocchi è destinata ad avere un impatto significativo soprattutto nei settori finanziario e sanitario: https://www.surveychain.tech/Home/Charts


Gli ospiti del summit – provenienti da tutto il mondo – hanno avuto modo di scoprire che, con un semplice smartphone, è possibile certificare i sondaggi attraverso l’individuazione delle fasi rilevanti. Trasparente e rivoluzionario il meccanismo che è alla base del processo. La rete pubblica Blockchain ethereum, sicura e immutabile, garantisce l’archiviazione delle risposte in spazi di Storage in Cloud con una firma univoca che viene trascritta su Blockchain rendendo i risultati inalterabili, con data certa e verificabili in qualsiasi momento. In questo modo è possibile conoscere non soltanto i campioni di voto sui quali è stata svolta l’indagine statistica ma anche l’intera filiera di distribuzione, consentendo ai media di usufruire di una divulgazione certificata e trasparente. Un modello già sperimentato in real time in Italia e che ha
conquistato anche gli ospiti della città riconosciuta da tutti come primo grande esempio di Smart City.
In questi giorni tutto il mondo guarda all’Europa con il fiato sospeso per conoscere l’esito delle trattative in corso per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Proprio il referendum sulla Brexit rappresenta il caso d’uso ideale per spiegare i vantaggi offerti dalla “Survey Chain”, che se fosse stata applicata al momento del voto avrebbe svelato in anticipo la volontà degli elettori che nel giugno 2016 optarono per il ‘leave’ piuttosto che per il ‘remain’ pronosticato dalla quasi totalità dei sondaggisti.
«È un nuovo paradigma tecnologico – spiega Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Tech, – destinato a migliorare sensibilmente la qualità del dibattito politico. Nell’epoca del web ormai fake news, post truth ed hate speech rappresentano distorsioni considerate socialmente pericolose ma praticamente inevitabili.

Invece con la blockchain è possibile compiere un ulteriore passo avanti nella democratizzazione dell’informazione grazie a sondaggi certi e immutabili che – ha proseguito – restituiscono fiducia al cittadino-elettore».
Tortorella rivela che «a margine dell’intervento numerosi partecipanti si sono congratulati per il potenziale dirompente della “Survey Chain”, chiedendo ulteriori informazioni riguardo ai numerosi campi di applicazione del progetto. Un interesse diffuso che – conclude – conferma la nostra convinzione: la blockchain è qui per rimanere».
Nel corso dell’evento è stata ufficializzata la partnership tra Consulcesi Tech e DigitalBliz, Società con sede a Londra e leader nel segmento Fin Tech, con controllate a Dubai e Lugano.
DigitalBliz produce e commercializza un prodotto Fin-Tech unico, basato sulla tecnologia blockchain: DigitalBliz Deep4, dedicato ai Professional Traders, che offre la più ampia gamma disponibile sul mercato di informazioni sull’andamento delle Crypto-Currencies e dei Security Tokens, incrociati sui principali Exchanges a livello mondiale.
DigitalBliz deep4C, destinato all’utilizzo retail e disponibile gratuitamente su Apple Store e Google Play.
Il prodotto finale è uno strumento sicuro e affidabile, spinto da un capillare sistema di Data Gathering, che raccoglie informazioni aggiornate ogni 15 secondi, elaborate con un sistema di algoritmi proprietario

Maratona di Roma: #salutextutti Al via la campagna social per le periferie di Roma

Consulcesi Onlus dà il via alla raccolta fondi per sostenere l’Unità Mobile “Salute e Inclusione” che offre assistenza sanitaria nelle periferie più svantaggiate di Roma.

Gara di solidarietà anche tra i dipendenti e i manager di Consulcesi, che parteciperanno alla Stracittadina per vincere la sfida contro l’indifferenza di chi vive ai margini

Di corsa per le periferie di Roma più svantaggiate, dove anche l’assistenza sanitaria può essere una sfida per chi vive ai margini. È l’obiettivo della campagna social #SalutexTutti lanciata da Consulcesi Onlus in occasione della Stracittadina di Roma, per sostenere l’Unità Mobile “Salute e Inclusione” che offre assistenza sanitaria e orientamento ai servizi socio-assistenziali alle persone svantaggiate nelle periferie di Roma.
Consulcesi Onlus ha predisposto un’apposita raccolta fondi, attiva sulla Rete del Dono (https://www.retedeldono.it/progetti/consulcesi-onlus/unita-mobile-sanita-di-frontiera) che ha già raccolto oltre 11mila euro e si pone come primo obiettivo di raggiungere quota 50mila. Inoltre, i manager e i dipendenti del Gruppo Consulcesi hanno dato il via a una vera e propria gara di solidarietà, prestando il volto per la campagna social #SalutexTutti attraverso testimonianze foto e video e partecipando in prima persona alla Stracittadina. Il loro percorso verrà tracciato tramite tecnologia Blockchain grazie all’app RunOnChain in modo da poter confrontare i rispettivi tempi e decretare il miglior runner. La stessa tecnologia verrà utilizzata per certificare l’assoluta trasparenza nell’impiego delle donazioni raccolte.
L’obiettivo è innanzitutto quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di migliorare il livello di salute e benessere psico-fisico nelle periferie: per questo l’Unità Mobile “Salute e Inclusione”, in
partenariato con ASL Roma 1, Policlinico Umberto I e Centro Nazionale per la Salute Globale, offre assistenza ai più deboli grazie ad un’equipe formata da un medico e due mediatori interculturali.
L’iniziativa fa parte del progetto “Sanità di Frontiera” che ha ricevuto il sostegno da parte anche della Santa Sede mediante l’Obolo di San Pietro, e di cui l’ideatore e presidente di Consulcesi Onlus, Massimo Tortorella, ha avuto modo di parlare direttamente con Papa Francesco.
«Ad oggi nel nostro Paese la salute non è uguale per tutti – spiega Massimo Tortorella – per questo è necessario promuovere un programma di azioni concrete per il contrasto alle diseguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari, con particolare riferimento alle zone più periferiche delle grandi città. Ringrazio, quindi, i dipendenti e i manager del Gruppo Consulcesi per aver dedicato il loro tempo e le loro energie a questa iniziativa, trasformando una semplice corsa in una vera e propria gara di solidarietà».

Responsabilità sanitaria: interviene la Cassazione con il progetto sanità

In due recenti ordinanze la Terza Sezione della Corte Suprema ha stabilito che le questioni in materia di responsabilità sanitaria debbano avere una trattazione unitaria in apposite udienze Il network legale Consulcesi & Partners plaude all’iniziativa: «Passo fondamentale per la tutela di tutti gli operatori della sanità, i dipendenti pubblici non sempre possono contare sulla tutela legale delle strutture»

Le evoluzioni normative intervenute negli ultimi anni nell’ambito della responsabilità sanitaria hanno delineato un quadro frammentato e soggetto a interpretazioni giurisprudenziali talvolta contraddittorie. Da
ciò nasce la necessità di discutere le controversie legali sull’argomento in apposite udienze dedicate, con una conseguente semplificazione dell’iter, riduzione dei tempi di risoluzione, e una maggiore tutela di tutte le parti in causa. La Terza Sezione della Corte di Cassazione attraverso due recenti ordinanze, la 6426 ed in particolare la 6418 dello scorso 5 marzo, ha avviato quello che viene definito il “Progetto Sanità”. In sostanza, da quanto si evince da tali pronunce, la Cassazione ha stabilito che tutte le questioni che rivestono una particolare importanza e/o criticità in relazione alle più controverse tematiche in materia di responsabilità sanitaria, compresa la definizione dei criteri applicativi delle normative (dalla legge Balduzzi alla Gelli) recentemente intervenute, debbano avere una trattazione unitaria affinché i principi di diritto enunciati risultino coerenti e costanti nel tempo.
Una soluzione che punta a fornire delle linee guida chiare (che siano di ausilio per la magistratura ordinaria) e a mettere ordine nel complesso contenzioso tra medici e pazienti che ogni anno porta a 35mila nuove cause.

Il “Progetto Sanità” inoltre può servire anche da deterrente per eventuali liti temerarie o più generale per quelle controversie che vengono avviate proprio perché vi sono dubbi e incertezze interpretative che lasciano spazio a diverse soluzioni.
L’iniziativa della Terza Sezione della Corte di Cassazione ha raccolto il plauso di Consulcesi & Partners, il network legale che ad inizio febbraio ha proposto l’istituzione dell’Arbitrato della Salute. «Apprezziamo la
sensibilità mostrata dalla Corte rispetto alle tematiche della responsabilità sanitaria e il Progetto Sanità costituisce un passo molto importante per fare chiarezza in un coacervo di enunciati normativi che, soprattutto di recente, hanno acceso dispute dottrinali davvero complesse. Questa chiarezza – afferma Consulcesi & Partners – costituisce un momento fondamentale per la tutela della categoria dei medici e di tutti gli operatori sanitari che da anni difendiamo e che, come dimostrano le statistiche, molto spesso vengono coinvolti in processi lunghi e dispendiosi, in cui l’interpretazione “creativa” e i vuoti normativi sono all’ordine del giorno. In particolare, i dipendenti pubblici non sempre possono contare sulla tutela legale da parte delle
strutture presso le quali lavorano».
«Ad esempio, al momento nonostante a nostro avviso sia chiaro che, nell’ambito dei procedimenti civili, la legge Gelli non possa essere applicata retroattivamente ai fatti avvenuti prima della sua entrata in vigore, vi sono diverse pronunce che hanno ritenuto il contrario. È ben vero – proseguono i legali di Consulcesi & Partners -, che si tratta di pronunce di merito ed in alcuni casi rimaste ancora isolate, ma questo la dice lunga sulle difficoltà che le parti di un procedimento di responsabilità sanitaria si troveranno ad affrontare nel prossimo futuro, in attesa delle auspicate “linee guida” che, con questa iniziativa, il Supremo Collegio vorrà dare al mondo di noi operatori del settore».

E-Democracy, la nuova avanguardia tecnologica parte dalla Svizzera

E-DEMOCRACY: LA NUOVA AVANGUARDIA TECNOLOGICA PARTE DALLA SVIZZERA

Massimo e Andrea Tortorella, rispettivamente Presidente e CEO di Consulcesi Tech SA, alla presentazione in Canton Ticino del loro libro “Cripto-svelate. Perché da Blockchain e monete digitali non si torna indietro”

Mai come in questi ultimi anni la credibilità dei sondaggi politici è stata messa in discussione dall’opinione pubblica: i sondaggisti britannici sono finiti sotto accusa per non aver previsto la vittoria del “leave” al referendum sulla Brexit, e il presunto vantaggio di Hillary Clinton nelle ultime elezioni statunitensi si è poi tramutato nella vittoria di Donald Trump. Mentre si avvicinano le attesissime elezioni cantonali del prossimo 7 aprile, la Svizzera è già stata laboratorio tecnologico per una nuova democrazia tramite Blockchain: a Zugo solo pochi mesi fa è stato effettuato un test di voto grazie a questa tecnologia, ed è stato solo un primo passo per sfruttare appieno decentralizzazione, trasparenza, sicurezza e immutabilità della cosiddetta “catena dei blocchi”. Di fatto, applicare ai sondaggi le potenzialità della tecnologia Blockchain può contribuire in modo significativo a migliorare la qualità del dibattito politico, scongiurando rilevazioni inaffidabili che rischiano di disorientare in maniera significativa gli elettori. Una rivoluzione copernicana che riguarderà anche le indagini di mercato: l’analisi delle scelte di consumo sarà mirata e le relative strategie di marketing assunte dalle aziende saranno in questo modo più performanti.

La Svizzera si è affermata negli ultimi anni come hub di riferimento per le start-up innovative che operano nel settore della Blockchain, nota ai più per essere l’infrastruttura tecnologica alla base delle criptovalute. Ma questo nuovo paradigma digitale è destinato a cambiare radicalmente non solo la finanza hi-tech ma numerosi ambiti della nostra vita quotidiana. La prima sfida da affrontare è quella della sicurezza: argomento al centro dell’incontro presso la Sala del Consiglio Comunale del Municipio di Chiasso dal titolo “Siamo pronti alla minaccia cyber?” organizzato da EYESWISS SA.

Il dibattito, con la partecipazione del sindaco di Chiasso, Bruno Arrigoni, è dedicato non solo ai delicati temi della sicurezza informatica, ma offre una panoramica complessiva sulle potenzialità della tecnologia Blockchain, grazie al contributo di Massimo e Andrea Tortorella, rispettivamente Presidente e CEO di Consulcesi Tech SA, attraverso la presentazione del loro libro “Cripto-svelate. Perché da Blockchain e monete digitali non si torna indietro”.

Consulcesi Tech SA è stata fondata nel 2017 come spin-off di Consulcesi Group, la più grande realtà in Europa dedicata ai professionisti del settore medico-sanitario, che include aziende leader con esperienza decennale nel settore ICT, nel digital healthcare, nell’ambito della consulenza legale e delle assicurazioni. Specialista nell’ambito di Blockchain e Cybersecurity, ha scelto la Svizzera per applicare il suo know-how tecnologico a molteplici campi: dalla formazione alla finanza, alle survey. Consulcesi Tech è, inoltre, lead advisor di ConsulCoin Cryptocurrency Fund, il primo fondo d’investimento regolato nell’Unione Europea dedicato ad Investitori Istituzionali che opera sul mercato delle criptovalute e della tecnologia Blockchain.

«Puntare su una tecnologia in grado di scongiurare inattendibili e pericolose ‘fake news elettorali’ – spiega Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Tech – è una mossa vincente, in grado di rafforzare il senso di appartenenza della cittadinanza alle istituzioni e, di riflesso, la partecipazione al voto. Una vera e propria rivoluzione all’insegna della trasparenza – continua Massimo Tortorella – destinata a impattare profondamente anche sulle analisi statistiche a fini di mercato: finalmente si avrà la certezza dei dati rilevati».

«La Svizzera si conferma capofila nella rivoluzione di Blockchain e criptovalute – sottolinea Andrea Tortorella, CEO di Consulcesi Tech – nonché centro attrattivo per aziende e professionisti che operano nel settore. Noi siamo fermamente convinti che la formazione in questo ambito sarà strategica per poter essere autenticamente competitivi in un mercato del lavoro sempre più ad alto know-how tecnologico – conclude –. Per questo stiamo lanciando, con la Link Campus University, il primo MBA in Europa su Blockchain ed Economia delle Criptovalute, pagabile utilizzando anche le monete digitali».

Ufficio stampa Consulcesi Tech

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Le Bugie più frequenti sulla salute

Sondaggio di Consulcesi Club: si mente più ai dietologi, endocrinologi e dietologi e pediatri

LE BUGIE PIÙ FREQUENTI CHE METTONO A RISCHIO LA SALUTE

“Seguo la dieta alla lettera”; “sto prendendo le medicine regolarmente”; “quello di mio figlio è solo grasso infantile”. Sono solo alcune delle bugie più frequenti raccontate ai medici

«Non mi chiedo perché i pazienti mentono, do per scontato che lo facciano». Le parole del dottor House, protagonista di un’indimenticabile serie televisiva, sembrano riassumere alla perfezione una situazione in cui, secondo dati dell’Università dello Utah Health, addirittura l’80% dei pazienti non è sincero con il proprio medico.

Per fare chiarezza su una situazione che, tra reticenza e pudori, rischia di comportare seri rischi per la salute, Consulcesi Club, realtà di riferimento per oltre 100mila medici, ha condotto un sondaggio online raccogliendo le risposte di 2809 specialisti provenienti da tutta Italia.

Tra i camici bianchi più soggetti alle menzogne o, nella migliore delle ipotesi, alle mezze verità da parte dei pazienti risultano i dietologi (31%), gli endocrinologi (18%) e i pediatri (12%).

Ma quali sono le bugie che i pazienti dicono più spesso? L’argomento dieta è quello che suscita sicuramente le versioni più fantasiose: si spazia dall’intramontabile “la sto seguendo lettera, non capisco perché non dimagrisco” fino agli spergiuri sull’attività fisica effettivamente praticata (“faccio sport almeno un’ora al giorno”). Se mentire al dietologo può persino suscitare un sorriso, molto seria è la situazione di chi, soggetto a terapia farmacologica, decide di non essere sincero sulla sua assiduità nel curarsi: «prendo le medicine regolarmente» è un’altra frase che i medici sentono ripetersi spesso, ma che non sempre corrisponde alla verità.

Anche gli ambulatori dei pediatri sono luoghi in cui la fantasia dei genitori dei piccoli pazienti prende il sopravvento: in particolare, si tende a chiudere un occhio (talvolta entrambi) sul sovrappeso dei bambini: «quello di mio figlio è solo grasso infantile», giurano mamma e papà. Tra le altre bugie riportate dai medici spicca sicuramente la pericolosissima “uso sempre le precauzioni”, nonché l’eterna promessa “smetterò di fumare”.

Ma come possono i medici recuperare un rapporto di trasparenze e sincerità con i loro pazienti? La risposta, sempre secondo l’analisi di Consulcesi Club, sembra essere proprio nella formazione. «Soprattutto – afferma Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi – nell’innovativa modalità della Formazione a Distanza. Infatti, tra le “materie” preferite dai camici bianchi per il loro aggiornamento professionale durante l’anno che si è appena concluso, si è registrato un boom dei corsi sulla comunicazione medico-paziente e sul counseling sanitario. Un atteggiamento più empatico e un nuovo modello di comunicazione, infatti, metterebbe i pazienti più a loro agio, ricucendo il rapporto di fiducia a vantaggio in primis della loro salute e andando così a ricreare la fondamentale alleanza terapeutica».

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Rimborsi Ex Specializzandi: le novità

EX SPECIALIZZANDI: NEL 2018 DALLO STATO RIMBORSI PER OLTRE 48 MILIONI

La “road map dei risarcimenti” regione per regione: Lazio in testa con 9 milioni, sul podio Lombardia e Sicilia. Più di 31 milioni al centro-sud con la Sardegna in forte crescita

Pronta la nuova azione collettiva, il Presidente di Consulcesi Massimo Tortorella: «Altri 1521 medici hanno visto riconosciuto il loro diritto, la nostra battaglia per tutti gli altri proseguirà con ancora più forza in questo 2019: fondamentale proseguire le cause già avviate e intraprendere le nuove»

Oltre 48 milioni di euro di rimborsi in favore di 1521 medici. È il risultato conseguito nel corso del 2018 grazie alle azioni collettive portate avanti dal network legale Consulcesi a tutela dei medici specializzati tra il 1978 ed il 2006 che non hanno ricevuto dallo Stato italiano il corretto trattamento economico, nonostante fosse previsto dalle direttive Ue (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE).

Il 19% dei medici liquidati nel corso degli ultimi dodici mesi è del Lazio che si conferma al primo posto tra le regioni italiane con 9 milioni di euro di risarcimenti ottenuti. Sul podio la Lombardia con 7 milioni (il 14.6% dei medici), e la Sicilia con 4,6 milioni (9.8%). Oltre 31 milioni di euro sono andati nel complesso alle regioni del Centro-Sud, con la Sardegna (+100%) e la Sicilia (+50%), che hanno avuto l’incremento maggiore dei risarcimenti rispetto al 2017. Il 2018 si è contraddistinto per l’escalation di sentenze ravvicinate, a conferma di un diritto ormai consolidato e che viene riconosciuto dai Tribunali di tutta Italia in maniera sempre più celere: solo a novembre, ad esempio, lo Stato italiano è stato condannato a rimborsare con oltre 5 milioni di euro altri 234 medici per l’effetto di due sentenze giunte a raffica a distanza di appena 15 giorni l’una dall’altra: la prima della Corte d’Appello di Roma (n.7018 del 7 novembre 2018), l’altra del Tribunale Civile di Roma (n. 22401 del 21 novembre 2018).

Di fronte al rischio di una vera e propria voragine nei fondi pubblici, al Parlamento il compito di individuare finalmente una soluzione normativa per scongiurare un esborso complessivo stimato in svariati miliardi di euro. Tutto ciò, anche in virtù della pronuncia della Corte di Giustizia Europea (cause riunite C- 616/16 e C-617/16), che ha segnato una svolta storica nella giurisprudenza di questo contenzioso e per gli effetti della quale le somme che i tribunali e le Corti dovranno d’ora in poi riconoscere ai medici potrebbero essere triplicate. Una partita più che mai aperta, quindi, e che vede ingrossarsi le fila dei medici rimborsati dopo il recente e autorevole parere pro veritate che ha confermato “come non si sia formata la certezza del diritto necessaria per il decorso della prescrizione”, ciò a causa dell’assenza di sentenze e normative chiare ed univoche sulla posizione dei medici immatricolati dal 1978 in poi.

«Anche nel 2018 – spiega Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi – i tribunali hanno accolto le nostre istanze sulla vertenza degli ex specializzandi, consolidando la giurisprudenza in loro favore. Nel 2019 il nostro impegno a tutela dei medici rimane immutato: è fondamentale portare avanti le azioni legali già avviate e intraprenderne di nuove per dare a tutti l’opportunità di recuperare le somme dovute dallo Stato. Per questo è imminente la nuova azione collettiva e invitiamo tutti gli interessati a contattare i nostri oltre mille consulenti che rispondono al numero verde 800.122.777 e direttamente sul sito internet www.consulcesi.it».

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