Milano prima per ecoansia, 100mila richieste per azione collettiva Aria Pulita

Milano è tra le 5 città in cui si superano più frequentemente i limiti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità sulla concentrazione di polveri sottili, ma è anche al primo posto per residenti con “ecoansia”. È così che possono essere interpretate le oltre 100mila richieste arrivate da Milano ai legali del gruppo
Consulcesi impegnati nell’azione collettiva Aria Pulita. Sulle circa 600mila dimostrazioni di interesse pervenute – si legge in una nota – quasi 102mila arrivano solo da Milano. Seguono Roma con quasi 95mila richieste e Napoli con circa 80mila.
“Il crescente interesse della popolazione italiana, in particolare dei residenti di Milano e di altre grandi città del Belpaese, è segno del sempre più diffuso sentimento di disagio legato all’inquinamento atmosferico – afferma Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group – La qualità dell’aria è ormai diventata a tutti gli effetti una priorità per gli italiani, che mostrano di aver acquisito una maggior consapevolezza del legame imprescindibile tra salute ambientale e umana, attuale e futura”.
Milano – dettaglia la nota – è tra le città che sforano più i limiti di qualità dell’aria. Una recente indagine condotta da Deutsche Welle, in collaborazione con lo European Data Journalism Network, basata sui dati satellitari del servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus, è emerso che tra il 2018 e agosto 2023 Milano è tra le città che hanno superato con più frequenza le soglie di rischio.
Su un totale di 295 settimane monitorate a Milano il limite massimo indicato dall’Oms è stato superato nel 93,2% delle settimane. Il capoluogo lombardo rientra tra i 3.384 comuni e città italiane candidabili all’azione collettiva Aria Pulita e gli stessi per i quali la Corte di giustizia europea ha multato l’Italia per
violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 40 milioni le persone che possono richiedere, tramite l’iniziativa legale di Consulcesi, un risarcimento per aver respirato, loro malgrado, “aria avvelenata”.
“Il nostro auspicio è che alla crescente sensibilità dei cittadini milanesi, e non solo, sull’importanza di respirare aria pulita segua anche un cambio di marcia nelle politiche mirate a rendere più sano l’ambiente in cui viviamo”, evidenzia Tortorella. “L’obiettivo dell’azione collettiva Aria Pulita, infatti, non è soltanto
quello di aiutare i cittadini a essere risarciti per aver respirato aria inquinata, ma anche quello di stimolare i decisori politici ad affrontare coraggiosamente, una volta per tutte, l’annoso problema dell’aumento di emissioni inquinanti nell’atmosfera”, conclude il presidente di Consulcesi. Per aderire all’azione collettiva, basta dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto dal 2008-2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito www.aria-pulita.it.

Torino, la class action dei cittadini soffocati dallo smog che chiedono 36 mila euro di risarcimento

Consulcesi è pronta all’azione legale collettiva per oltre 3mila comuni in cui la Corte Ue a ha accertato violazioni della direttiva sulle polveri sottile nell’aria
«Ti aiutiamo a chiedere un risarcimento di 36.000 euro per ogni anno in cui hai vissuto in uno dei comuni inquinati». Per smuovere la battaglia contro lo smog, si punta anche alla battaglia legale e al riconoscimento di un indennizzo per i danni provocati alla salute. Ricorda le class action americane o olandesi, compresa quella da Oscar di Erin Brockovich per le contaminazioni di cromo in California, «Aria Pulita», l’azione legale collettiva lanciata da Consulcesi nei capoluoghi italiani, compreso Torino.
«Ha lo scopo di accertare la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, con conseguente richiesta di danni, in favore dei residenti delle zone in cui è stato accertato il superamento dei limiti delle particelle inquinanti nell’aria» spiega Marco Tortorella, legale di Consulcesi.
Dopo Milano e Roma, anche sotto la Mole si va verso l’azione legale dettata dal superamento dei livelli di inquinamento. Negli ultimi mesi, hanno chiesto informazioni sull’iniziativa 15.161 concittadini e 200 si sono fatti avanti per aderire (col versamento di 350 euro) alla battaglia mossa per pretendere dallo Stato e dalle Regioni il rispetto delle soglie delle emissioni previste dall’Unione Europea.
La Corte di Giustizia Europea ha accertato la violazione degli standard di legge per le polveri sottili (Pm10 e biossido di azoto) presenti nell’aria nella decade 2008-2018. Su questa decisione storica si muove l’iniziativa di Consulcesi. Parliamo di un network legale specializzato nelle cause collettive in materia comunitaria. Con un’esperienza ventennale maturata nelle battaglie a tutela dei lavoratori delle professioni sanitarie e, in particolare, sulle azioni mosse per il riconoscimento dei risarcimenti per la violazione della legge Ue che obbliga a riconoscere una retribuzione agli anni di specializzazione.
«L’azione legale rappresenta la presa di coscienza dei cittadini come stimolo a trovare una soluzione. Inoltre, è anche l’occasione per spingere le Istituzioni affinché intervengano per porre rimedio a tale intollerabile situazione che, nonostante la condanna da parte della Corte di Giustizia Europea, continua a
perpetrarsi», aggiunge Tortorella.

A Torino, non sarebbe la prima volta che i giudici sono chiamati ad occuparsi del problema smog. Oltre all’inchiesta sulle responsabilità degli amministratori accusati del reato di «inquinamento ambientale»,
l’iniziativa degli svizzeri Consulcesi richiama quella mossa da una famiglia per i problemi di salute provocati al figlio.