Scandalo ginnastica ritmica. L’esperto: “La dieta degli atleti sia elaborata insieme al nutrizionista”

A parlare è il dott. Emilio Buono, nutrizionista sportivo di campioni d’élite e formatore professionale 

Dal 1° novembre online il nuovo corso Consulcesi sul tema della nutrizione nello sport

«Una buona nutrizione non fa diventare un campione, ma un campione non può diventare tale senza una buona alimentazione». A ribadire l’importanza di un sano connubio tra sport e alimentazione è Emilio Buono, biologo nutrizionista che segue diversi atleti d’élite, a proposito dello scandalo che sta attraversando il mondo della ginnastica ritmica. Le pesanti dichiarazioni di Nina Corradini, 19 anni, e Anna Basta, 22, ex ginnaste della nazionale italiana di ginnastica ritmica hanno innescato un clamore mediatico senza precedenti e un effetto a catena di testimonianze da tutta Italia, che stanno facendo tremare il mondo della ginnastica ritmica e non solo.

«Soprattutto quando si gareggia ad alti livelli, la nutrizione è un aspetto fondamentale della preparazione atletica e diventa un vero e proprio alleato, indispensabile tenerne conto per raggiungere gli obiettivi sportivi», precisa Buono.  «Sacrificio e forza di volontà sono necessari per raggiungere livelli alti nello sport, ma non possiamo dimenticare la salute e il benessere generale dell’atleta. Per questo, è indispensabile che sia un professionista a dialogare con l’atleta e con i genitori, in caso di minorenni. Inoltre, è importante creare un rapporto umano con lo sportivo, che lo faccia sentire seguito e incoraggiato e mai e in nessun caso umiliato di fronte ad una difficoltà o una caduta», precisa Buono.

«La nutrizione sportiva è una scienza in evoluzione, la ricerca sugli alimenti associati allo studio del corpo umano è vivace, noi nutrizionisti dobbiamo costantemente tenerci aggiornati. Per questo motivo, mi dedico all’attività di formazione e il mio ultimo corso ‘Nutrizione negli sport di potenza e resistenza’, disponibile sulla piattaforma Consulcesi, aiuta i professionisti sanitari ad elaborare piani alimentare specifici per determinati allenamenti o gare».

Consulcesi – Massimo Tortorella

Miopia: ne soffrono 15 mln di italiani, se trascurata aumenta rischio glaucoma

Mazzacane (esperto Consulcesi): “Necessario rafforzare prevenzione con formazione medico-sanitaria”

In occasione della Giornata mondiale della vista il nuovo corso Consulcesi su patologie e terapie innovative in età pediatrica

“Proteggere l’apparato visivo è fondamentale, ma in Italia manca la cultura della prevenzione e ancora troppi sottovalutano i rischi correlati alla progressione delle miopie”. A dirlo è Danilo Mazzacane, medico specializzato in Oftalmologia, vicepresidente della Commissione Difesa Vista Onlus, che in occasione della Giornata mondiale della vista del 13 ottobre con Consulcesi lancia il nuovo corso di formazione ECMIncremento della miopia in età pediatrica: eziopatogenesi e terapie innovative”.

A preoccupare gli esperti non solo la diffusione “epidemica” della miopia – che solo in Italia interessa 15 milioni di persone e che secondo l’OMS interesserà il 50% della popolazione mondiale entro il 2050 -, ma le molteplici complicanze che possono innescarsi a seguito di un peggioramento della patologia.

“Non diagnosticare e trattare tempestivamente le miopie può portare ad un aumento del rischio di patologie oculari come la cataratta, il glaucoma, e le affezioni retiniche”, spiega ancora Mazzacane che nel corso multimediale aperto a tutti i professionisti della salute ribadisce l’importanza di “puntare sulla prevenzione”.

“Dobbiamo rafforzare i servizi territoriali a difesa della vista con più screening e un’azione di educazione sanitaria che parta in primis dalle scuole e dai più giovani”, aggiunge Mazzacane che invita i camici bianchi ad aggiornarsi sulle ultime novità in termini di strategie terapeutiche ma anche in relazione alle nuove cause dietro il preoccupante aumento di casi di miopia e delle altre patologie che colpiscono l’occhio.

Ribadire l’importanza di spendere più tempo all’aria aperta, ma anche una corretta alimentazione e regolamentare l’utilizzo di dispositivi elettronici e schermi, queste le principali raccomandazioni di Mazzacane che però ricorda “vederci 10 decimi non significa necessariamente avere l’apparato visivo integro perché possono esserci altre patologie, come la retinopatia diabetica, non ancora manifeste”, quindi “fondamentale sottoporsi a screening visivi e se necessario a successivi esami oculari”, conclude l’oculista che nel corso ribadisce l’importanza della collaborazione interprofessionale e multiprofessionale e in particolare il ruolo di pediatri e medici di famiglia nella prevenzione delle patologie dell’occhio. 

L’innovazione tecnologica in ambito farmacologico e ottico-biomedico, ma anche la telemedicina, possono fornire nuove strategie per contrastare l’insorgenza della miopia e delle altre patologie dell’apparato visivo, è quindi necessario partire da un’adeguata preparazione degli utilizzatori di queste innovazioni”, conclude Mazzacane.

Consulcesi – Massimo Tortorella

Estate, malattie gastro-intestinali in aumento. Arriva l’Ecm Series “Gusto è salute” per combatterle con la dieta mediterranea funzionale

La specialista Serena Missori e la chef Marisa Maffei nella serie formativa per medici e operatori sanitari firmata Consulcesi

Con la calura estiva aumentano o si acutizzano i disturbi gastro-intestinali. Gonfiore, mal di pancia, stipsi alternata a diarrea diventano così i nemici numero uno delle vacanze di milioni di italiani, molti dei quali costretti a rinunciare a gusti e sapori delle mete estive. In realtà è possibile coniugare gusto e salute. Anzi con il gusto è possibile proteggere o addirittura migliorare la propria salute. È questo il tema centrale del progetto Consulcesi di Massimo Tortorella e Sanità In-formazione Gusto è Salute. Un’iniziativa pensata per ‘formare i formatori’ e cioè medici di famiglia, nutrizionisti, infermieri e gli altri operatori sanitari per arrivare così alla popolazione generale. 

“Colite, disturbi dell’alvo, reflusso, gonfiore sono la spia di numerose problematiche che possono essere gestite con alimentazione funzionale e biotipizzata”- dichiara Serena Missori endocrinologa nutrizionista e responsabile Gusto è Salute. “Importante è non sottovalutarle e correre ai ripari, dice l’esperta, perché spesso questi sintomi sono la spia di qualcosa di più come steatosi epatica, gastriti, colon irritabile, diverticolite e altre malattie infiammatorie e croniche intestinali. L’alimentazione ha ruolo chiave nell’insorgenza di tali problematiche”.  conclude la Missori. 

La dieta mediterranea ‘funzionale’ e come sfatare alcuni falsi miti. Per coniugare gusto e salute e preservare la tradizione culinaria del nostro Paese è essenziale rivisitare la dieta mediterranea in ottica ‘funzionale’ introducendo alimenti e associando sapientemente ingredienti che possano contrastare l’insorgenza di malattie.  La formazione svolge una funzionale essenziale per sfatare alcuni falsi miti culinari e aggiornare le proprie credenze. Ad esempio, che la frittura faccia male e vada evitate. E invece, la frittura stimola la secrezione di bile e facilita la pulizia intestinale. Ad esempio, l’avena deve tornare ad essere protagonista della dieta mediterranea. Infatti, l’avena contiene i beta-glucani favoriscono il transito intestinale e fanno bene al microbiota. E per preservare il gusto, consumare il cioccolato fondente e la frutta secca.  

La chef Marisa Maffeo, finalista a Masterchef, forte del suo trascorso da infermiera realizza per Gusto è Salute ricette che coniugano perfettamente il gusto, il piacere culinario e la tutela della salute sulle indicazioni guida della dottoressa Missori. 

Show cooking: dalla teoria alla pratica. Gusto è Salute è un progetto formativo innovativo di Consulcesi Club e Sanità In-Formazione rivolto a i medici e ai professionisti sanitari che hanno la possibilità di aggiornare le proprie conoscenze in ambito nutrizionale grazie alla collaborazione tra esperti di medicina e professionisti del mondo culinario. La modalità alterna contenuti teorici a preparazione pratica degli alimenti attraverso video e sessioni di show cooking, proprio come una puntata di Masterchef. La Ecm – series è costituita da cinque corsi dedicati alla dieta giusta per ipo e ipertiroidismo, infiammazione cronica silente, cellulite, intolleranze alimentari e problemi gastro-intestinali.  

La dottoressa Serena Missori, affiancata nelle diverse edizioni della serie formativa da Gianfranco Vissani, Roberto Valbuzzi ed ora da Marisa Maffeo, ha voluto trasmettere agli operatori sanitari le tecniche migliori, da trasferire ai propri pazienti, su come mangiare in modo sano e con gusto, ma divertendosi. 

Iniziativa di gamification. I primi 50 professionisti sanitari che termineranno il corso entro due mesi, riceveranno una healthy box con gli alimenti ‘funzionali’ le ricette del corso. Un’iniziativa di gamification realizzata da Consulcesi Club per incentivare l’interazione e migliorare l’apprendimento. I partecipanti potranno cimentarsi in cucina e realizzare concretamente piatti in cui potranno riscontrare direttamente che, nella consapevolezza di ciò che è bene mangiare e nella giusta interazione tra gli alimenti, il Gusto è Salute.

Per info: https://www.corsi-ecm-fad.it/ 

Ufficio stampa Consulcesi 

380 46 48 501 

MEDICINA, SPECIALIZZAZIONE: CONSULCESI, BANDO IN SCADENZA MA ANCORA DUBBI SU POSTI DISPONIBILI

Da Consulcesi consigli a specializzandi: attenzione a regole del bando, seguite bene le istruzioni

Roma, 1 giugno – Mancano due giorni alla chiusura del bando di iscrizione al concorso per l’ammissione alla Scuole di Specializzazione medica, ma ancora nel bando non è definito il numero di posti disponibili che verrà comunicato in seguito con dei decreti attuativi. Questa mancanza potrebbe generare delle criticità anche nella selezione che prevede l’attribuzione e la valutazione del curriculum. Per questo la prima raccomandazione che Consulcesi, di Massimo Tortorella, fa agli specializzandi è quella di prestare attenzione al bando e di effettuare l’iscrizione seguendo attentamente le istruzioni. Oltre ad allegare il documento di identità e a compilare la domanda di iscrizione in tutte le sue parti, bisogna essere attenti ad allegare la cosiddetta “dichiarazione di attinenza della tesi” che deve essere controfirmata dal Relatore della tesi, o dal Presidente del Corso di studi, oppure dal Direttore del Dipartimento cui afferisce il corso di studi. In questo caso, non essendovi a disposizione un modello di certificazione, la dichiarazione deve essere allegata seguendo minuziosamente le indicazioni del bando. Inoltre, Cineca non gestisce i pagamenti, né verifica che siano andati a buon fine; per questo consigliamo di verificare presso l’ente di riferimento che il pagamento sia andato a buon fine.  

In aggiunta, agli specializzandi si suggerisce di prestare attenzione ad alcune cose durante la prova di ammissione che si terrà il prossimo 20 Luglio, sulla scorta delle irregolarità già riscontrate. È necessario che: le aule in cui si svolgerà la prova siano idonee anche a fronte del rispetto delle norme anti-covid; il metro di trattamento nei controlli da parte delle Commissioni sia omogeneo; non vi siano interruzioni durante le prove; i computer siano tutti funzionanti al fine di evitare black out come avvenuto in passato.

Consulcesi seguirà attentamente lo svolgimento delle prove di selezione per garantire la tutela a tutti coloro che, per diverse ragioni, dovessero riscontrare delle irregolarità e volessero intraprendere un percorso legale di ricorso. È importante, altresì, che nel giorno della prova i candidati si presentino in orario e che, oltre a portare con sé il documento di identità, il tesserino con il codice fiscale rilasciato dall’Agenzia delle entrate o la tessera sanitaria e tutto quanto previsto dal bando, rispettino tutte le regole previste dal decreto per lo svolgimento dell’esame che contengono anche norme igienico-sanitarie di protezione dal Covid-19 come indossare la mascherina, utilizzare il gel igienizzante, mantenere la distanza di sicurezza, utilizzare la propria penna e non toccare il computer destinato ad altri.

Covid: terapia domiciliare fondamentale, no a cortisone e antibiotici

Nel corso di formazione professionale Ecm di Consulcesi “La gestione del paziente Covid-19 nel contesto domiciliare” tutte le informazioni più aggiornate con la consulenza di Emanuele Nicastri direttore malattie infettive Istituto Spallanzani di Roma

La gestione del paziente Covid-19 a casa è centrale in questa pandemia, che sta mettendo a dura prova le strutture ospedaliere. Ma per poter sfruttare appieno le potenzialità della medicina territoriale è necessario seguire protocolli standardizzati, omogenei e integrati. Per questo è fondamentale che gli operatori deputati alla gestione del paziente Covid-19 nel domicilio stiano al passo con le ultime – e in continuo aggiornamento – strategie per l’assistenza, il monitoraggio e la cura nel domicilio. È questo l’obiettivo del corso di formazione professionale ECM di Sanità In-Formazione per Consulcesi Club dal titolo “La gestione del paziente Covid-19 nel contesto domiciliare”.

“La gestione del paziente a casa è fondamentale per ridurre la pressione sugli ospedali”, conferma Emanuele Nicastri, direttore della divisione di malattie infettive ad alta intensità di cura e altamente contagiose dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma e docente del corso ECM. “Ma bisogna stare attenti a farlo in maniera appropriata, evitando prima di tutto l’utilizzo di farmaci che andrebbero prescritti solo in ambito ospedaliero”, aggiunge. Eppure, dopo oltre un anno dall’inizio della pandemia, ancora oggi si assistono a prescrizioni mediche inappropriate che, anziché aiutare i pazienti, rischiano di peggiorare la loro situazione. “Bisogna ad esempio evitare di prescrivere cortisone, antibiotici ed eparina come trattamento per la gestione domiciliare del paziente Covid-19”, sottolinea Nicastri. “Abbiamo evidenze – continua – che l’uso di cortisone nel paziente che non ha bisogno di ossigeno è dannoso. Vi è un incremento del 19 per cento della mortalità. Il cortisone, infatti, prolunga la fase virale e nasconde i sintomi. Ci fa perdere di vista il calo di saturazione che è un parametro fondamentale per decidere il ricovero”. Il cortisone rientra infatti nei trattamenti che, nella gestione dell’infezione Covid-19, vanno erogati in ospedale, così come l’eparina. Anche l’antibiotico andrebbe evitato. “Perché dovremmo immaginare una coinfezione batterica in un paziente Covid-19?”, dice Nicastri. “Solo l’8 per cento dei pazienti ha una condizione batterica e a casa questa percentuale è ancora più bassa”, aggiunge.

La gestione del paziente Covid-19 nel domicilio si basa in buona parte su interventi non farmacologici, come indicazioni su stili di vita, modalità di comportamento per l’isolamento, per la respirazione, la quarantena, ecc. I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, nel momento in cui vengono a conoscenza di un caso tra i propri pazienti devono farsi carico di diversi compiti, nello svolgimento dei quali ha la facoltà di coinvolgere le Unità speciale di continuità assistenziale (USCA), il cui scopo è di operare in collaborazione con i medici di famiglia e pediatri nella gestione domiciliare dei pazienti in quarantena o isolamento.

Il monitoraggio quotidiano a distanza delle condizioni dei pazienti in isolamento è fondamentale, poiché circa il 10-15% dei casi lievi degenerano in forme severe della malattia. Dal canto suo il paziente deve essere anche istruito, laddove possibile, all’automonitoraggio di un parametro importantissimo, cioè quello della saturazione dell’ossigeno, un abbassamento della quale sta a indicare un aumento del decorso negativo della malattia e di prognosi infausta. Assieme alla saturazione, il paziente può verificare anche la frequenza cardiaca.  Tra gli altri interventi a domicilio, oltre ai farmaci deputati al controllo dei sintomi, è raccomandata una buona idratazione e nutrizione, ed eventualmente il paziente può essere istruito alla pronazione per favorire l’ossigenazione.

Consulcesi – Massimo Tortorella

Covid 19 – Il virus della paura: in arrivo a noleggio su Infinity dal 1 aprile

Il docufilm, girato su iniziativa di Consulcesi e patrocinato dal Ministero della Salute, è nato per smontare le fake news e commemorare i professionisti sanitari

Sarà disponibile a noleggio su Infinity dal 1° aprile il docufilm Covid-19 – il Virus della Paura girato poco prima del lockdown su iniziativa di Consulcesi, società di formazione e assistenza per i professionisti sanitari, e patrocinato dal Ministero della Salute.

Non dimenticare e imparare dagli errori. È questo il senso del docufilm Covid-19 – il Virus della Paura che si prefigge tre grandi obiettivi: offrire al pubblico una rielaborazione accurata di quanto accaduto, smontando fake news e teorie antiscientifiche; commemorare i medici eroi e tutti i professionisti sanitari e offrire una grande guida informativa e formativa aggiornata e affidabile.

Il docufilm, ideato da Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi, e firmato dal regista Christian Marazziti, nasce come pellicola di formazione di medici e operatori sanitari e ripercorre in 80 minuti i momenti principali della pandemia con le sue peculiarità e i risvolti psicosociali: il discorso del Presidente Conte del 4 marzo, la chiusura delle frontiere, il blocco delle attività produttive, scolastiche e ricreative.

Covid-19 – il Virus della Paura racconta i sentimenti degli italiani: la paura dell’ignoto che sfocia in comportamenti di discriminazione verso un nemico immaginario. La stessa paura che alimenta ipocondria e psicosi, responsabile del proliferare di bufale e fake news alla quale si contrappone il polo positivo della conoscenza e del metodo scientifico.

Il film unisce materiale di repertorio sulla pandemia alle storie di 4 personaggi di finzione analizzate da un pool di esperti, composto da virologi, infettivologi e psicologi, tra i quali Massimo Andreoni, direttore Rep. Malattie Infettive Tor Vergata, lo psicoterapeuta Giorgio Nardone del Centro Terapia Strategica, Giuseppe Ippolito, direttore Scientifico Lazzaro Spallanzani e il professor Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Direttore Scientifico del progetto è Guido Rasi, ex Direttore EMA.

Migranti, Pietro Bartolo: «Non è vero che portano malattie. Fondamentale più conoscenza e meno discriminazione»

Il messaggio al lancio del film Nour interpretato da Castellitto, con il sostegno di Sanità di Frontiera

Dal 10 nelle sale e dal 20 agosto su Sky. Il Trailer: https://www.mymovies.it/film/2019/nour/news/il-trailer-ufficiale-del-film-hd/

Roma xx agosto 2020 «È falso che i migranti portano in Italia e in Europa malattie. È una semplificazione con conseguenze di discriminazione e contraria al diritto universale alla salute. In Italia, purtroppo è difficile parlare di migrazione senza entrare nel terreno di scontro politico e ideologico. Bisogna educare alla tolleranza e fin da piccoli contrastare tutte le forme di razzismo, creando una cultura dell’inclusione. A livello politico, è necessario mettere in campo iniziative per migliorare l’accesso alle cure ai rifugiati e migranti. Serve anche una nuova cultura socio sanitaria, il personale sanitario deve essere adeguatamente formato a gestire emergenze di frontiera. Per questo motivo ho deciso di collaborare con Sanità di Frontiera ad un progetto di formazione professionale sul tema dei migranti». 

È il messaggio di Pietro Bartolo lanciato in occasione del lancio del film Nour, ispirato alla sua attività di medico a Lampedusa in onda nelle sale cinematografiche il 10, 11 e 12 agosto e il 20 agosto su Sky. 

È Sergio Castellitto a dare il volto a Pietro Bartolo, protagonista di questa storia emozionante che vede al centro Nour, una bambina siriana di dieci anni che ha affrontato il viaggio per mare da sola e che ora vuole ritrovare sua madre. Bartolo-Castellitto, medico dell’isola, se ne prende cura e, un passo dopo l’altro, cerca di ricostruire non solo il passato della bambina, ma anche il suo presente e un nuovo futuro. Una storia vera e a lieto fine, tratta dal libro “Lacrime di sale”, che raccoglie ricordi ed esperienze dello stesso Bartolo.

Nour è una produzione Stemal Entertainment, Ipotesi Cinema in collaborazione con Rai Cinema, prodotto da Donatella Palermo, Elisabetta Olmi. Un film realizzato grazie al sostegno di Sanità di Frontiera e Consulcesi Onlus.  La regia è di Maurizio Zaccaro. Nel cast anche Raffaella Rea, Linda Mresy e Valeria D’Obici.  Il film che ha commosso la platea del Torino Film Festival, sarà disponibile il 10, 11 e 12 nelle sale e dal 20 agosto su Sky.

Il grande bagaglio professionale e umano del medico di Lampedusa a disposizione dei colleghi nel progetto formativo di “Sanità di Frontiera” sostenuto da Consulcesi Onlus.

Il medico dei migranti, protagonista del film, è anche tra i principali docenti del progetto “Sanità di Frontiera”: si tratta del primo corso di Educazione Continua in Medicina “Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini”, promosso dall’Associazione Sanità di Frontiera grazie al sostegno di Consulcesi Onlus. «Condividiamo appieno la soddisfazione e l’entusiasmo del dottor Bartolo e siamo convinti, al suo pari, che il messaggio del film possa veramente scuotere gli animi e le coscienze di chi davvero può fare qualcosa. – ha commentato Francesco Aureli, direttore generale di Sanità di Frontiera- Nel frattempo, continua ad essere fondamentale portare avanti i progetti legati alla formazione professionale dei medici e dei professionisti sanitari che metta al centro un nuovo umanesimo in medicina, basato sul dialogo e su un rapporto diverso tra medico e paziente e che ripensi alla sanità in una prospettiva globale senza confini», è il commento di Aureli.

Fase 2, così cambia il lavoro dei medici: corsi di aggiornamento per gestire il coronavirus

Il Covid-19 ha modificato l’attività sanitaria in ogni ambito: dalla più complessa operazione chirurgica alla semplice visita di controllo 

Nell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, la vita dei cittadini è cambiata radicalmente. Ma c’è una categoria di lavoratori che ha vissuto, e continua a vivere da vicino, gli effetti del Covid-19. Si tratta dei medici, da subito in prima linea. E, nella Fase 2 iniziata il 4 maggio, è indispensabile un continuo aggiornamento professionale per la gestione della malattia. Il coronavirus ha infatti modificato l’attività sanitaria in ogni ambito: dalla più complessa operazione chirurgica alla semplice visita di controllo. Proprio per venire incontro a queste nuove necessità, la società Consulcesi ha realizzato una serie di corsi di aggiornamento professionale per i medici (obbligatori per legge denominati ECM ) proprio sul Covid-19. La collana di corsi Consulcesi rappresenta uno strumento di formazione a disposizione dei professionisti sanitari per affrontare la pandemia ed i suoi effetti. La collana fa parte di un progetto formativo integrato che unisce arte, solidarietà e formazione, a partire dal docufilm “Covid-19, il virus della paura”: i contenuti scientifici sono stati curati da esperti come Massimo Andreoni, direttore della UOC Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e Giorgio Nardone, psichiatra esperto di psicosi. “Dovremo convivere con il coronavirus per molto tempo – ha dichiarato Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi -, quindi le competenze mediche delle diverse professioni sanitarie, dai medici di base ai pediatri e agli infermieri, se opportunamente formati, diventano un primo filtro necessario per il riconoscimento dei casi e un più attento monitoraggio della situazione. In questo momento la formazione è la pedina vincente per uscire dalla Fase 2″.

Alcuni corsi sono già disponibili. Il primo titolo è “Covid-19, l’esperienza cinese: prevenzione, diagnosi e trattamento” realizzato in collaborazione con Operation Smile e basato sui documenti prodotti dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Zhejiang (Cina), Il secondo corso di cui i medici possono già usufruire è “Covid- 19 e la tutela dei lavoratori. Protocolli e procedure di sicurezza nelle strutture sanitarie” ed offre informazioni fondamentali per la riapertura in sicurezza dei lavoratori nelle strutture sanitarie. Tra gli altri temi affrontati dai corsi le allergie, l’ipocondria, la comunicazione a distanza medico-paziente, il diabete. 

Privacy dei pazienti, rischio maxi multe per i medici

In Italia primato europeo di sanzioni, gli errori più comuni degli studi medici

I consigli di C&P per essere in regola con le normative europee  

App, messaggi e videochiamate piacciono a medici e pazienti: creano un rapporto diretto, riducono i tempi d’attesa e cancellano la burocrazia. Ne abbiamo avuto dimostrazione durante la quarantena, con un’impennata di webinar, consulti telefonici e online. Ma attenzione, senza le dovute cautele, si può compromettere un bene prezioso, il cui valore è ancora sottovalutato: i dati personali e sanitari del paziente

L’allarme arriva da Consulcesi & Partners network legale a tutela degli operatori sanitari. «Il rischio per i professionisti sanitari è molto alto perché loro sono i depositari dei cosiddetti dati sensibili che secondo il Regolamento generale per la protezione dei dati GPDR sono sottoposti a tutela particolarmente severa. In caso di errato trattamento dei dati, le sanzioni potrebbero arrivare fino 20 milioni di euro o, se superiore, fino al 4% del fatturato globale. Ora, – ci tiene a precisare C&P – tale importo è la previsione massima e difficilmente si arriverà a tali cifre per un singolo medico, ma sicuramente l’Autorità Garante potrà disporre sanzioni di diverse migliaia di euro. (il rapporto Federprivacy, stima una media di 145 mila euro in sanzioni1). A questo, si aggiunge il rischio che il paziente possa proporre un’azione per richiedere il risarcimento dei danni. E non escluso che gli Ordini possano conseguentemente disporre provvedimenti disciplinari» sostiene Ciro Galiano, avvocato consulente di Consulcesi & Partners esperto in privacy e digitale.

Gli strumenti di comunicazione istantanea hanno migliorato il rapporto medico-paziente e rappresentano il futuro della medicina ma possono compromettere sia la tutela della privacy del cliente che il principio deontologico relativo alla segretezza professionale, descritto nel giuramento di Ippocrate. Con il digitale entra in campo un soggetto terzo, cioè l’azienda fornitore del servizio nel quale i termini del trattamento dei dati non sono sempre trasparenti, soprattutto se si tratta di piattaforme gratuite. 

Secondo l’analisi dell’Osservatorio Federprivacy, l’Italia ha il primato europeo di sanzioni su 410 milioni di multe in Europa nel 2019. Riguardo alle infrazioni più spesso sanzionate, nel 44% dei casi si è trattato di trattamento illecito di dati, nel 18% dei procedimenti sono state riscontrate insufficienti misure di sicurezza. Altre sanzioni sono state determinate dalla omessa o inidonea informativa (9%) o dal mancato rispetto dei diritti degli interessati (13%). 

Sesso, età, religione, così come i dati sanitari rientrano nei dati sensibili (la terminologia attuale è particolari) e vanno tutelati. Ad esempio, i dati di WhatsApp sono di proprietà di Facebook e vengono memorizzati sui server al di fuori dell’Unione europea, il che risulta in contrasto con le norme sul trattamento dei dati in vigore da maggio 2018. Come si è visto, il GDPR su questo punto non transige: il paziente va informato e i suoi diritti vanno agevolati nella maniera più efficace possibile.

C&P offre alcuni consigli che i medici possono seguire per tutelare la privacy dei pazienti: ad esempio, se il medico ha introdotto nuovi sistemi di comunicazione, prima di utilizzarli deve applicare una nuova informativa per la tutela dei dati e aggiornare i documenti relativi alla gestione della privacy e del necessario consenso informato. 

Inoltre, verificare se i software informatici utilizzati sono a norma, nonché controllare il sistema di protezione antivirus e dei programmi, ma soprattutto di verificare l’adeguatezza della documentazione rilasciata al cliente (con riferimento al trattamento dei dati e del consenso informato). In linea con un recente analisi sul British Medical Journal2, C&P propone l’utilizzo di app di messaggistica istantanea appositamente dedicate. Inoltre, sarebbe buona prassi che i medici che vogliano utilizzare i social media facciano attenzione nel dare consigli tramite social, che abbiano una gestione attenta delle opzioni di privacy delle piattaforme e ne leggano attentamente i termini contrattuali. 

Il Telefono Rosso Anti-Agressioni di Consulcesi attivo anche per il Coronavirus

MEDICI E OPERATORI SANITARI PAGANO LE CONSEGUENZE PIU’ GRAVI. TORTORELLA: «NON SOLO SOSTEGNO PSICOLOGICO, PRONTI AD INIZIATIVE LEGALI»

Dopo il suicidio di una infermiera a Venezia e l’escalation di contagi tra i professionisti sanitari, appello ad Ordini, istituzioni e Società Scientifiche: «Facciamo rete per tutelare chi è in prima linea: in campo una task force per evitare altre tragedie»

La linea dedicata che risponde al numero 800.620.525

Roma, 19 marzo 2020 – «In quest’emergenza sanitaria senza precedenti, a pagarne le spese sono soprattutto i medici e gli operatori sanitari, che svolgono il loro lavoro senza sosta. Ora stanno affrontando con coraggio la situazione, in molti anche a costo della vita, ma non vanno sottovalutate le devastanti conseguenze psicologiche e non solo di questa situazione, nell’immediato e nel futuro».  Lo dichiara Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, a commento dell’ultima notizia di cronaca che coinvolge un’infermiera di Venezia che lavorava al reparto di terapia intensiva che non ce l’ha fatta e si è tolta la vita dopo aver appreso di essere stata contagiata. Ed è per dare un sostegno ai medici e agli operatori sanitari che Consulcesi, realtà da sempre tutela la categoria, ha attivato il Telefono Rosso per accogliere segnalazioni e denunce sulla gestione dei presidi di sicurezza per l’emergenza per il Coronavirus. Già operativo per la gestione delle aggressioni ai sanitari, – la linea dedicata che risponde al numero 800.620.525 – rappresenta un primo sportello di ascolto e di indirizzo per assistenza legale dedicato a tutti gli operatori sanitari impegnati su diversi fronti, a combattere l’emergenza causata dal Covid-19. «È nella nostra natura e nella nostra storia essere al fianco degli operatori sanitari – commenta Tortorella – ed anche in questo delicato momento ci siamo: per supportarli, sostenerli e anche per promuovere iniziative tese a tutelarli con diffide, esposti e tutto quanto sia necessario affinché possano continuare ad essere in prima linea ma a patto di lavorare in condizioni di massima sicurezza possibile e con dispositivi di sicurezza adeguati alla situazione. Ci stiamo attivando – anticipa il presidente di Consulcesi – per avviare una vera e propria task force di esperti con Ordini, Istituzioni e Società Scientifiche per fare rete e affrontare insieme l’emergenza».  

Ad oggi, sono 2.629 i medici contagiati come sottolinea FNOMCeO, anche per cause non riconducibili direttamente al coronavirus perché il tampone non viene effettuato. I medici sono arrabbiati, esasperati da questo stillicidio di brutte notizie, spaventati dall’escalation di contagi e si sentono dimenticati, poco considerati anche l’ultimo Decreto legge sull’emergenza coronavirus, come ha evidenziato anche il Presidente Filippo Anelli.