Covid: omicron sfugge ai tamponi rapidi, quasi 1 su 2 è un falso negativo

Guido Rasi, direttore scientifico di Consulcesi: “In questo contesto, il ruolo degli operatori sanitari sarà ancora più centrale nella valutazione dei pazienti. Fondamentale tenersi aggiornati”

“Con la variante omicron destinata a diventare predominante, i tamponi antigenici rapidi rischiano di diventare inutili. La nuova versione del virus Sars-CoV-2 sembra in grado di sfuggire con maggior frequenza ai test diagnostici oggi più utilizzati”. A spiegarlo è Guido Rasi, consulente del commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo e direttore scientifico di Consulcesi. Rasi è anche uno dei docenti del corso di formazione professionale Ecm di Sanità In-Formazione per Consulcesi Club intitolato “Un test per tutti. Test di screening diagnostici e il loro funzionamento”. “Ora più che mai è fondamentale che gli operatori sanitari continuino a tenersi aggiornati sull’evoluzione del virus e delle nostre conoscenze sia in campo diagnostico che terapeutico”, sottolinea Rasi. 

Che i tamponi antigenici rapidi siano poco sensibili e quindi poco attendibili nel rilevare la positività alla variante omicron lo ha anche sottolineato la Food and drug administration (Fda). “Dati preliminari indicano che circa il 40 per cento delle persone positive alla variante omicron può risultare negativo ai test rapidi, quasi 1 su 2”, spiega Rasi. Una brutta notizia, questa, che arriva nel pieno della quarta ondata.

Come abbiamo imparato in questi 2 anni di pandemia, la diagnostica e il tracciamento sono ancora ritenuti strumenti fondamentali per contenere la pandemia. La “perdita” di affidabilità dei test antigenici rapidi potrebbe rendere tutto questo più complicato e difficile. “Spero siano presto disponibili test rapidi aggiornati ed attendibili per la omicron, ma nel frattempo è necessario alzare la guardia”, dice Rasi. “In questo contesto, il ruolo degli operatori sanitari sarà ancora più centrale nella valutazione dei pazienti”, aggiunge. “Da parte nostra – fa eco Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi – continueremo ad allargare e ad aggiornare più possibile la nostra offerta formativa. Certi dell’importanza dell’aggiornamento professionale sempre, e in particolar modo in tempi di Covid, continueremo a lavorare a fianco degli operatori sanitari offrendo loro gli strumenti conoscitivi più adeguati per continuare a far fronte a questa emergenza”.

Test APS. Consulcesi, Tortorella: “Professioni sanitarie non sono serie B, inaccettabile ritardo nelle graduatorie”

«Preoccupanti il lassismo e l’incuria intorno ai test di professioni sanitarie, clamoroso il ritardo sull’uscita dei punteggi, oltre alle irregolarità registrate e alla scarsezza di informazioni che stanno generando disagio e malcontento tra i giovani. Stiamo monitorando la situazione, siamo pronti a partire con i ricorsi». Commenta così il caos di queste ore sui test di ingresso di infermieri, fisioterapisti, ostetrici e altri tecnici, il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella, il network legale dei professionisti sanitari. 

«Perché non è stata annullata la domanda con 2 risposte esatte nel test Cineca, così come accaduto al test di Medicina? Alcuni ragazzi potrebbero non aver risposto proprio perché confusi delle due opzioni di risposta esatte, perdendo l’assegnazione della risposta». Il presidente del network legale Consulcesi evidenzia lacune che lasciano intendere che le professioni sanitarie siano considerate ‘di serie B’ dalle Istituzioni.

In alcune città, come a Firenze ad esempio, ancora devono uscire persino i punteggi, in altre non c’è chiarezza di comunicazione sulla scelta delle sedi. E poi, ci sono dubbi sul metodo di calcolo dei punteggi, alcuni ragazzi hanno difficoltà a capire la loro posizione in graduatoria. «Disagi che non coincidono con il rinvio delle date delle immatricolazioni ai corsi molti sono lavoratori e non sanno come organizzarsi in base alla loro ammissione», commenta Tortorella.

«Tutto questo è indice di scarso interesse verso una categoria che rappresenta le fondamenta del nostro Sistema Sanitario e che dovrebbe essere rispettata già dall’ingresso in facoltà. Consulcesi ha messo in campo la propria esperienza per lavorare al fianco dei professionisti sanitari e supportarli attraverso lo Sportello Informativo www.numerochiuso.info/ o il numero verde 800189091» conclude Tortorella. Sono quasi 73mila gli aspiranti infermieri, fisioterapisti e tecnici che hanno sostenuto il test d’ingresso ai corsi di laurea in professioni sanitarie, l’ultimo dell’area accademica medico-sanitaria, che segue la discussa prova di Medicina e chirurgia.

Gusto è Salute, la serie formativa firmata Consulcesi con Serena Missori e Gianfranco Vissani

La formazione dei medici passa anche dalla conoscenza della corretta alimentazione

Mangiare è considerato uno dei piaceri della vita, ma “mangiare bene” è il primo passo verso una buona salute. Un corretto stile alimentare, infatti, contribuisce a costruire, rafforzare, mantenere il corpo e a fornire l’energia quotidiana indispensabile al buon funzionamento dell’organismo. Essere consapevoli di ciò che si ha nel piatto è importante quanto il modo di mangiare; prendersi il tempo per cucinare, mangiare e condividere un momento di relax sono infatti tutti elementi che hanno un impatto diretto sia sulla nostra alimentazione, che sulla nostra salute. Per questo Consulcesi, di Massimo Tortorella, ha creato il progetto “Gusto è Salute”, una serie formativa che coniuga il piacere del cibo  alla cura della salute. 

Docenti di eccezione per questa serie firmata Consulcesi la dottoressa, esperta di alimentazione ed autrice di diversi libri, Serena Missori e lo chef Gianfranco Vissani. 

La visione di uno show cooking in cui vengono individuati gli alimenti giusti e spiegata la loro corretta preparazione e associazione per ogni corso della serie, dimostra l’importanza della formazione medica anche in ambito alimentare. 

<<Siamo giunti agli ultimi due corsi di questa serie formativa, nel primo affronteremo come prevenire e trattare varie problematiche digestive e infiammatorie intestinali che, oltre ad essere motivo di diverse consultazioni specialistiche, sono spesso sentore di numerose problematiche risolvibili attraverso un’alimentazione funzionale e intelligente – Dichiara la dottoressa Missori – Nel secondo vedremo quali sono gli alimenti utili per la gestione di ipo ed ipertiroidismo e spiegheremo come sia favorevole l’associazione di alimenti funzionali e l’integrazione di nutraceutici per ottimizzare la funzione tiroidea con e senza associazione a terapia convenzionale>>.

Il progetto “Gusto è Salute” si sta rivelando molto importante per i medici che hanno potuto aggiornare le proprie conoscenze in ambito alimentare, attraverso dei corsi in cui i contenuti teorici possono essere riscontrati nella preparazione pratica degli alimenti grazie alla collaborazione tra esperti di medicina e professionisti del mondo culinario. Uno degli obiettivi principali di questa serie formativa è proprio quello di trasmettere agli operatori sanitari le tecniche migliori, da trasferire ai propri pazienti, su come mangiare in modo sano e con gusto, ma divertendosi. 

L’Halving e i cicli delle cripto: perché il Bitcoin raggiungerà i 500 mila dollari

Perché il Bitcoin continua ad esplodere? Il boom delle quotazioni, da un lato è da ricondurre ad un numero crescente di investitori istituzionali che sono scesi in campo cercando di sfruttare le potenzialità di questo asset per potenziare i loro guadagni. Dall’altro lato, esiste un aspetto meno conosciuto ai non addetti ai lavori ma che sta contribuendo all’esplosione dei prezzi e che porterà, nei prossimi anni il Bitcoin a quintuplicare il suo valore, si chiama halving. Parola di Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Tech e autore del libro ‘Cripto svelate. Perché da blockchain e monete digitali non si torna indietro’ (Paesi edizioni). “Una seria analisi del fenomeno non può prescindere dal fenomeno dell’halving, cioè dal dimezzamento del valore dei bitcoin coniati o estratti.  L’andamento del bitcoin va analizzato nell’arco di 3- 4 anni, periodo nel quale potrebbe oscillare addirittura dai 150 mila dollari ai 500 mila dollari.” dichiara Massimo Tortorella

Il fenomeno ciclico dell’halving. Alla base del Bitcoin, moneta digitale nata nel 2009, esiste un algoritmo regolamentatore: dopo ogni 210.000 blocchi estratti, la remunerazione per gli investitori si dimezza. Questo avviene circa ogni quattro anni. Ad esempio, fino al 28 novembre 2012 era pari a 50 Bitcoin per blocco, da quella data e fino al 9 luglio 2016 scese a 25 Bitcoin, da allora fino all’11 maggio 2020 è stata di 12,50 Bitcoin. A ogni dimezzamento o halving i Bitcoin tendono ad aumentare in circolazione in misura minore. “In passato, a ogni data in cui è scattato tale dimezzamento della remunerazione, il valore dei Bitcoin è schizzato nei mesi seguenti” dichiara Tortorella. Dal novembre 2012 al novembre 2013, ad esempio, è esploso da circa 12 a 1.000 dollari. Dal luglio 2016 fino al dicembre 2017, è triplicato da 655 a oltre 19.000 dollari. Infine, dal maggio scorso ad oggi è nuovamente triplicato da 8.800 a oltre 23.000 dollari. “Sono passati solo 10 anni da quando il bitcoin raggiunse la parità con il dollaro e oggi ci vogliono 50 mila dollari per 1 bitcoin. Quest’anno, il mercato è arrivato al trilione mentre il mercato complessivo dell’argento conta 200 billion circa, è possibile che tra 3-4 anni il bitcoin supererà il mercato dell’oro e dell’argento. Così come è plausibile che in un futuro più lontano supererà le monete Fiat” sostiene Tortorella. 

Come funziona il Bitcoin. Questa moneta digitale non viene emessa da un sistema centralizzato, né in quantità infinite ma viene “estratta” da chiunque voglia, moderni minatori (i ‘miners’) la cui capacità sono competenze informatiche rilevanti. Il processo è una sorta di gioco d’intelligenza: i vari miners infatti devono completare il processo di validazione risolvendo un problema matematico alla base dell’algoritmo che regola il mining. E il primo miner, o gruppo di miners, che risolve il problema e riesce a produrre un Bitcoin, rendendolo così disponibile sul mercato, viene remunerato con una certa quantità del Bitcoin stesso. Chiunque, scaricando la Blockchain sul proprio pc, può diventare un “nodo” di questa rete. 

La doppia previsione per il futuro. Secondo l’analisi previsionale di Massimo Tortorella il bitcoin potrebbe oscillare dai 150 mila dollari ai 500 mila dollari nei prossimi anni.  Alla base dell’oscillazione c’è da un lato una visione ‘pessimista’ che prevede il bitcoin a 150 mila dollari e ethereum a 5mila questo perché ancora se il mercato non ha espresso il massimo. L’analisi è riferita ai prossimi 3- 4 anni e vedrà un mercato globale Crypto a 4 trilioni, quindi +100% all’anno. Secondo la valutazione ottimistica di Tortorella, il bitcoin arriverà 500mila e l’ethereum a 15 mila dollari con un mercato globale a 12 trilioni. Questo potrebbe portare nel triennio successivo a far sparire le Fiat e permetterebbe alle cripto di aumentare +300% all’anno.

Coronavirus, Consulcesi dona un milione di euro: Tablet per far comunicare famiglie e malati, dispositivi di protezione per medici e infermieri

Il Presidente Massimo Tortorella: «Siamo nati per stare al fianco degli operatori sanitari e nella nostra storia la missione è stata difenderli con le battaglie legali. Ora li sosteniamo con mascherine, tute, ventilatori, respiratori ma pensiamo anche ai loro pazienti e non lasciarli solo dando la possibilità di restare in contatto con i loro tablet grazie alla tecnologia»

230 Tablet, 67 mila mascherine FF2 e FF3, 10 mila tute, 55 ventilatori oltre a piattaforme di formazione e comunicazione per medici e operatori sanitari, utilizzabili anche dai pazienti per tenersi in contatto con i loro cari, con un investimento totale di un milione di euro. È questa la prova tangibile dell’impegno di Consulcesi messo in campo per aiutare gli operatori sanitari a contrastare l’emergenza globale da Coronavirus. Una presa di responsabilità che nasce dall’idea di restituire a chi ha gli ha dato fiducia e permesso, negli anni, di diventare il principale network legale e di formazione per medici e operatori sanitari con oltre 120 mila camici bianchi. 

«Consulcesi è nata per stare al fianco degli operatori sanitari ed oggi più che mai è un nostro preciso dovere fare tutto quello nelle nostre possibilità per supportarli – afferma il Presidente Massimo Tortorella –  In questo momento storico difficile medici e operatori sanitari stanno pagando il prezzo più alto. Il nostro contributo vuole essere un aiuto concreto laddove c’è più bisogno, sul luogo di lavoro dove mancano mascherine, tute e dispositivi di protezione per chi con sacrificio, impegno, professionalità e abnegazione ci farà uscire da questa situazione. In più doniamo alle strutture anche dei tablet in modo tale da poter consentire ai pazienti di comunicare con i loro familiari. Spesso si tratta di persone anziane, con poco familiarità con gli strumenti tecnologici che tutti noi utilizziamo in questo periodo per comunicare. A tal proposito lanceremo anche un corso di alfabetizzazione digitale». 

La cospicua donazione di Consulcesi è stata suddivisa sulla base di un criterio di necessità: fornire i dispositivi che mancano maggiormente alle strutture ospedaliere e distribuire territorialmente strumenti sulla base di richieste on demand. 

L’elenco della distribuzione dell’investimento Consulcesi: 

  • Ospedale San Matteo Pavia: 10 mila mascherine, 7 ventilatori fissi
  • Ospedale Locarno: 5 mila mascherine, 2 mila tute, 8 ventilatori fissi
  • Ospedale Fiera Milano: 30 mila mascherine, 5 mila tute, 35 ventilatori fissi, 150 tablet
  • Comune Ticino e Ospedale: 70 tablet
  • Ordine Medici Bergamo: 5 mila mascherine 
  • Federazione Italiana Medici Medicina Generale: 3 mila mascherine 
  • Segretariato Italiano Giovani Medici: 3 mila mascherine
  • Sanità di Frontiera Onlus: 300 mascherine, 30 tute
  • Federfarma Roma: 3 mila mascherine
  • Ordine Medici di Roma: 5 mila mascherine
  • Federfarma Torino: 3 mila mascherine
  • FNOPI (Infermieri): 5 mila mascherine

Oltre a fornire dispositivi di sicurezza (dpi), Consulcesi in questa fase emergenziale sta anche portando avanti progetti formativi riservati ai professionisti sanitari ma anche al grande pubblico. È in stampa un libro, a cui seguirà un Docufilm, che attraverso gli autorevoli contributi dei maggiori esperti, fotografa l’attuale situazione e  approfondisce gli aspetti scientifici e psicologici della diffusione del virus. Un progetto dunque formativo ed informativo.  

«La formazione rappresenta l’arma più potente nel lungo periodo tra gli operatori sanitari per aggiornare le proprie conoscenze, rispondendo all’obbligo Ecm, ma anche per creare dei protocolli sanitari a livello nazionale ed internazionale. In questa direzione – ricorda Tortorella – va il Docufilm formativo “Covid-19 – il virus della Paura” che, avvalendosi della forza comunicativa del cinema e delle più avanzate tecnologie, oltre che del supporto scientifico dei principali esperti mondiali e delle più importanti istituzioni sanitarie, analizzerà anche il fenomeno delle psicosi alimentato anche da teorie complottiste e fake news».

Covid: terapie intensive al collasso, mancano all’appello 4mila specialisti

L’esperto propone: «contro carenza medici in terapia intensiva, formare e coinvolgere specialisti afferenti ad altre discipline come accade in Usa e Europa»
Consulcesi Club lancia nuovo corso di formazione su cure intensive con lo
specialista Mauro Dauri (Tor Vergata).
Guarda il trailer del corso Consulcesi Club

In attesa che le misure annunciate dal Governo nel nuovo Dpcm producano i
primi effetti, l’attuale impennata di contagi rischia di rimettere in ginocchio le terapie intensive. Non solo per il numero insufficiente di posti letto, ma anche e soprattutto per la carenza di personale. Secondo il sindacato degli anestesisti rianimatori Aaroi-Emac, già prima dell’emergenza Covid-19, mancavano all’appello ben 4mila specialisti. Nel pubblico ci sono 12mila specialisti, 18mila totali. Ma stando all’Aaroi-Emac ne mancano 4mila per coprire il fabbisogno ordinario.
«Servono soluzioni rapide e tempestive», sottolinea Mario Dauri, responsabile della UOC Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore della Scuola di specializzazione in Anestesia Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore dello stesso ateneo. «Un’idea potrebbe essere quella di coinvolgere maggiormente altri specialisti dal profilo equipollente all’area critica, come gli specialisti in Medicina di Emergenza e Urgenza e Pneumologia, allo scopo di potenziare le Terapie Sub-Intensive che rappresentano un
setting cruciale nella gestione della pandemia, come peraltro accade nella stragrande
maggioranza delle strutture in Europa e negli USA. Purtroppo, la carenza di specialisti in Anestesia e Rianimazione, che attualmente rappresenta a livello nazionale un fattore particolarmente critico, solo da quest’anno accademico ha trovato una risposta attraverso un significativo aumento dei posti ma che darà i suoi effetti non prima di 3-4 anni», aggiunge lo specialista.

Si tratta di un esperimento ben riuscito già in alcune strutture ospedaliere. «Al Policlinico Tor Vergata di Roma lo facciamo già da tempo. Questa collaborazione – dice Dauri – si è rivelata fondamentale e molto proficua». Su questo la formazione e l’aggiornamento continuo è davvero necessario. «Il Covid-19 è un’infezione che ha un decorso molto particolare che con l’esperienza abbiamo imparato a capire e molto spesso a prevedere», spiega Dauri, arruolato da Consulcesi, realtà impegnata nella formazione dei medici, come responsabile del corso ECM FAD “Covid-19 e
insufficienza respiratoria. L’ossigenoterapia e le tecniche di ventilazione ».

Se all’inizio i medici erano poco preparati alla gestione dei pazienti Covid-19, ora sono stati perfezionati dei trattamenti diversi e personalizzati. «Sono tre i livelli di intervento che si sono rivelati fondamentali nella gestione del paziente in terapia intensiva: la ventilazione non invasiva, l’utilizzo di tecniche di ventilazione invasiva avanzate, la pronosupinazione e l’Ecmo, una tecnica di circolazione e
supporto respiratorio extracorporeo, riferisce Dauri. Abbiamo imparato in che situazioni e condizioni è utile procedere con questi specifici interventi», aggiunge.
Ragionando al di là dell’emergenza, la carenza di specialisti nei reparti di terapia intensiva è un problema che può essere risolto solo agendo a monte. «A cominciare dall’aumento dei posti nelle scuole di specializzazione», sottolinea Dauri. «Anche se quest’anno sono quasi raddoppiati, i numeri continuano a essere insufficienti», aggiunge. La pandemia ha reso ancora più evidente quanti pochi specialisti vengono formati per andare poi a rimpinguare i reparti di terapie intensiva.

La carenza di medici, tuttavia, non è però l’unico problema. A essere necessaria è una vera e propria riforma del sistema terapie intensive. Considerato troppo spesso la Cenerentola degli ospedali, oggi abbiamo capito che riveste un ruolo centrale, sottolinea Dauri. «E’ ormai chiaro che si tratta di una specialità molto trasversale e che per questo si è necessaria una riorganizzazione complessiva che superi l’attuale modello delle terapie intensive polivalenti», aggiunge. In previsione di nuove possibili epidemie e in considerazione dell’aumento dell’aspettativa di vita, e
quindi della necessità di gestire svariate condizioni patologiche, Dauri propone un modello più evoluto. «Ad esempio, si potrebbe pensare di distinguere le terapie intensive post-chirurgiche da quelle che si occupano della gestione di pazienti affetti da altre condizioni», spiega Dauri. In questo modo, anche l’arrivo di emergenze improvvise come questa, secondo l’esperto, ci troverà più preparati. E allo stesso tempo si potranno garantire assistenza e cure che rientrano nell’ordinario

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Migranti, Pietro Bartolo: «Non è vero che portano malattie. Fondamentale più conoscenza e meno discriminazione»

Il messaggio al lancio del film Nour interpretato da Castellitto, con il sostegno di Sanità di Frontiera

Dal 10 nelle sale e dal 20 agosto su Sky. Il Trailer: https://www.mymovies.it/film/2019/nour/news/il-trailer-ufficiale-del-film-hd/

Roma xx agosto 2020 «È falso che i migranti portano in Italia e in Europa malattie. È una semplificazione con conseguenze di discriminazione e contraria al diritto universale alla salute. In Italia, purtroppo è difficile parlare di migrazione senza entrare nel terreno di scontro politico e ideologico. Bisogna educare alla tolleranza e fin da piccoli contrastare tutte le forme di razzismo, creando una cultura dell’inclusione. A livello politico, è necessario mettere in campo iniziative per migliorare l’accesso alle cure ai rifugiati e migranti. Serve anche una nuova cultura socio sanitaria, il personale sanitario deve essere adeguatamente formato a gestire emergenze di frontiera. Per questo motivo ho deciso di collaborare con Sanità di Frontiera ad un progetto di formazione professionale sul tema dei migranti». 

È il messaggio di Pietro Bartolo lanciato in occasione del lancio del film Nour, ispirato alla sua attività di medico a Lampedusa in onda nelle sale cinematografiche il 10, 11 e 12 agosto e il 20 agosto su Sky. 

È Sergio Castellitto a dare il volto a Pietro Bartolo, protagonista di questa storia emozionante che vede al centro Nour, una bambina siriana di dieci anni che ha affrontato il viaggio per mare da sola e che ora vuole ritrovare sua madre. Bartolo-Castellitto, medico dell’isola, se ne prende cura e, un passo dopo l’altro, cerca di ricostruire non solo il passato della bambina, ma anche il suo presente e un nuovo futuro. Una storia vera e a lieto fine, tratta dal libro “Lacrime di sale”, che raccoglie ricordi ed esperienze dello stesso Bartolo.

Nour è una produzione Stemal Entertainment, Ipotesi Cinema in collaborazione con Rai Cinema, prodotto da Donatella Palermo, Elisabetta Olmi. Un film realizzato grazie al sostegno di Sanità di Frontiera e Consulcesi Onlus.  La regia è di Maurizio Zaccaro. Nel cast anche Raffaella Rea, Linda Mresy e Valeria D’Obici.  Il film che ha commosso la platea del Torino Film Festival, sarà disponibile il 10, 11 e 12 nelle sale e dal 20 agosto su Sky.

Il grande bagaglio professionale e umano del medico di Lampedusa a disposizione dei colleghi nel progetto formativo di “Sanità di Frontiera” sostenuto da Consulcesi Onlus.

Il medico dei migranti, protagonista del film, è anche tra i principali docenti del progetto “Sanità di Frontiera”: si tratta del primo corso di Educazione Continua in Medicina “Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini”, promosso dall’Associazione Sanità di Frontiera grazie al sostegno di Consulcesi Onlus. «Condividiamo appieno la soddisfazione e l’entusiasmo del dottor Bartolo e siamo convinti, al suo pari, che il messaggio del film possa veramente scuotere gli animi e le coscienze di chi davvero può fare qualcosa. – ha commentato Francesco Aureli, direttore generale di Sanità di Frontiera- Nel frattempo, continua ad essere fondamentale portare avanti i progetti legati alla formazione professionale dei medici e dei professionisti sanitari che metta al centro un nuovo umanesimo in medicina, basato sul dialogo e su un rapporto diverso tra medico e paziente e che ripensi alla sanità in una prospettiva globale senza confini», è il commento di Aureli.

Test Medicina 2020, da domani ci si può iscrivere. La prova il 3 settembre

Test vicino a casa, più posti, le date: ecco tutte le novità. Iscrizioni online dall’1 al 23 luglio. Le prove si svolgeranno in presenza nelle università: 60 domande a scelta multipla in 100 minuti. Consulcesi: ogni anno 18mila ricorsi per irregolarità

1.500 posti in più

Medicina, si parte. Da domani, 1 luglio, e fino alle ore 15 del 23 luglio, i candidati (circa 70mila ogni anno) si porranno iscrivere alla prova di ammissione che si svolgerà il 3 settembre in tutta Italia (con date diverse per le università private). Dovrebbero essere 13.072 i posti disponibili per l’anno accademico 2020/21: non i 13.500 annunciati dal ministro gaetano Manfredi, ma 1.500 più dello scorso anno. Nel 2019 i posti disponibili per Medicina erano 11.568 per gli studenti comunitari e non residenti in Italia: 1789 più del 2018, in cui i posti disponibili erano soltanto 9.779.

La prova vicino a casa

L’emergenza coronavirus ha fatto slittare la data del test, inizialmente prevista l’1 settembre e ha introdotto un’importante novità per i candidati: quest’anno la sede di svolgimento della prova d’ingresso non sarà la prima preferenza indicata dalle future matricole, ma l’ateneo a loro più vicino: «Al fine di garantire l’applicazione delle disposizioni di natura emergenziale nonché di limitare gli spostamenti nell’ambito del territorio nazionale e regionale, ciascun candidato, a prescindere dalla sede indicata come prima preferenza di assegnazione, sostiene la prova presso la/e sede/i dell’ateneo/degli atenei disponibili nella propria provincia di residenza o, se non disponibili, nella provincia limitrofa rispetto a quella di residenza», si legge infatti nell’allegato al decreto ministeriale del 16 giugno che indica modalità e contenuti delle prove.

Come ci si iscrive

Le iscrizioni si fanno esclusivamente online attraverso il portale Universitaly (www.universitaly.it), dall’1 luglio fino alle ore 15 del 23 luglio 2020. A disposizione dei candidati, un test psicoattitudinale, a carattere facoltativo, che si può effettuare al momento dell’iscrizione; oltre a una simulazione che contiene domande che esplorano il profilo di personalità, l’orientamento accademico e l’orientamento professionale dei candidati; sessanta quesiti a risposta multipla estrapolati dalle prove effettuate negli anni precedenti. Per perfezionare l’iscrizione è necessario pagare il contributo per la partecipazione al test secondo le procedure indicate dall’università in cui il candidato sostiene la prova. Le procedure devono in ogni caso concludersi entro il 29 luglio 2020.

Il test

La prova si terrà il 3 settembre alle ore 12 (l’1 settembre si svolgerà il test per Veterinaria); tempo a disposizione, 100 minuti. In totale ci saranno 60 quesiti, (qui i programmi relativi ai quesiti delle prove di ammissione) così suddivisi: dodici quesiti di cultura generale; dieci di ragionamento logico; diciotto di biologia; dodici di chimica; otto di fisica e matematica. Le risposte saranno così valutate: 1,5 punti per ogni risposta esatta; meno 0,4 punti per ogni risposta sbagliata; 0 punti per ogni risposta non data. Una volta concluso il test gli studenti, dovranno aspettare qualche settimana prima di conoscere la graduatoria nazionale per merito. La data per il test di accesso alle professioni sanitarie è l’8 settembre. Per il corso di Medicina in lingua inglese, il 10 settembre.

Le sedi

All’atto dell’iscrizione alla prova, il candidato deve contestualmente indicare, in ordine di preferenza, le sedi per cui intende concorrere. Tali preferenze sono irrevocabili e non integrabili dopo le ore 15 del 23 luglio. Farà fede in ogni caso l’ultima conferma espressa dal candidato entro tale termine. «Per prima preferenza utile – precisa il ministero – si intende, nell’ordine delle preferenze indicate, l’opzione migliore relativa alla sede e al corso in cui il candidato, in base al punteggio ottenuto e al numero dei posti disponibili, risulta immatricolabile».

Il test tutela

Il test, dunque, rimane, e non è una sorpresa. Anche se il ministro Manfredi ha affermato che l’indirizzo del ministero è quello di «ridurre al minimo i test di accesso». L’edizione 2020 muove comunque verso una maggiore flessibilità, con un aumento dei posti disponibili, la possibilità di svolgerli in sedi vicine a casa: «Ci saranno più sedi universitarie dove fare il concorso e ognuno potrà farlo nella provincia in cui risiede», ha annunciato il ministro. «Il test – ha aggiunto – è un modo anche per tutelare i ragazzi che potranno fare tutto seguiti bene. Altrimenti creiamo un grande ammasso di persone senza un servizio formativo di qualità». Ma ha anche auspicato che in futuro ci sia anche la possibilità di farli online.

Le università private

Al test medicina ministeriale che si tiene lo stesso giorno in tutta Italia, si aggiungono le prove d’ingresso delle università private, come la Cattolica o il Campus Bio-Medico. Le date, la graduatoria e le modalità di accesso, in questo caso, vengono stabilite autonomamente dalle singole facoltà. Ecco le date dei principali atenei privati: Humanitas, 14 febbraio; medicina in inglese alla Cattolica, 28 maggio; medicina in italiano alla Cattolica, 29 e 30 luglio; San Raffaele, dal 24 al 31 agosto; medicina Unicamillus, 1 febbraio; Campus Bio-Medico, 31 luglio

Punteggi e graduatoria

I risultati dei test verranno pubblicati sul sito www.universitaly.it, sul quale verrà indicato il punteggio ottenuto dai candidati secondo il codice etichetta. La data di pubblicazione dei punteggi sarà il 15 settembre per Veterinaria e il 17 settembre per Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria. Il 25 settembre, sulla propria pagina riservata del portale Universitaly, i candidati potranno prendere visione del proprio elaborato, del proprio punteggio e della propria scheda anagrafica. Il 29 settembre verrà pubblicata, nell’area riservata agli studenti del portale Universitaly, la graduatoria nazionale di merito nominativa.

18mila ricorsi

Contro la decisione del ministro di aumentare di 1.500 i posti disponibili a Medicina i medici promettono battaglia: la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) ritiene la cifra troppo alta e lancia l’allarme dell’«imbuto formativo». «Va tenuto conto della presenza di almeno 22mila medici già laureati e abilitati a fronte di undicimila posti nel post lauream», dice Massimo Tortorella, presidente Consulcesi, il network che tutela i medici, che nell’ultima edizione dei test, ha gestito decine di migliaia di richieste da parte di studenti che hanno chiesto l’immatricolazione a Medicina attraverso i ricorsi. Secondo i dati di Consulcesi, ogni anno sono 18mila i ricorsi per irregolarità ai test d’accesso a Medicina: il 43% delle anomalie riguarda suggerimenti e movimenti sospetti durante la prova, persone che potevano uscire liberamente, membri della commissione che parlavano con i candidati, plichi manomessi, favoritismi. «E la situazione è diffusa in tutto il Paese con 27 atenei interessati da irregolarità su un totale di 41 atenei», dice Tortorella.

Con Covid-19 malati cronici in difficoltà, serve Telemedicina. Da Consulcesi un corso e un ebook per formare i sanitari

Il 40% con una malattia cronica, il 20% con due o più patologie, hanno tra i 45 e gli 85 anni d’età. Sono i malati cronici in Italia, che non possono accedere alle strutture ospedaliere e ambulatoriali per via dell’emergenza da coronavirus. Il vortice Covid-19, infatti, ha accantonato tutte le altre patologie, posticipato o cancellato gli interventi e le visite di routine e diminuito gli interventi. Questi malati soffrono di scompenso cardiaco, diabete, patologie dermatologiche e reumatologiche. Per loro, la telemedicina è la risposta per evitare di aggravare una cartella clinica già compromessa. La questione è di estrema attualità, oggi l’ISS ha stilato un Rapporto con indicazioni per l’impiego della telemedicina. In Liguria, è stata presentata un’interrogazione rivolta al presidente Toti per predisporre le indicazioni per le Asl locali al fine di effettuazione delle attività di televisita e teleconsulto medico-sanitario per i malati cronici.

È importante avviare una cultura della telemedicina, oltre che ovviamente a dotare di infrastrutture adeguate le Asl e le sedi sanitarie. – ha dichiarato Andrea Tortorella, AD ConsulcesiLa conoscenza dei medici e degli operatori sanitari degli strumenti principali della medicina è ancora scarsa: un medico su cinque non supera il corso ECM attivo da un anno sulla piattaforma Consulcesi. 

La risposta è in questo e-book “E-Health il futuro dell’assistenza sanitaria” disponibile anche in modalità corso Ecm messo a punto da Consulcesi Club, in partnership con il Provider Sanità In-Formazione. Da sempre al fianco dei medici per offrire una formazione ECM all’avanguardia e di altissimo livello, Consulcesi ha voluto realizzare quest’opera rivolta tanto ai professionisti della Sanità quanto a chiunque voglia approfondire la tematica. Una lettura fondamentale per inquadrare l’importanza di un settore della sanità in costante evoluzione, comprendere quanto il suo sviluppo sia cruciale per un sempre maggiore efficientamento dei sistemi sanitari nazionali e quanto le moderne tecnologie – se accompagnate da un giusto approccio da parte del personale sanitario a ogni grado – possano influire in senso positivo sulla tutela della salute dei cittadini, a cominciare da coloro che vivono in aree remote e che hanno difficoltà a raggiungere anche i servizi di base.       Attraverso la lettura dell’e-book si approfondiscono qui tutti gli aspetti di un argomento complesso la cui conoscenza è fondamentale da un lato per capire a che punto è e quali elementi frenano il percorso di crescita intrapreso in questo settore dal sistema sanitario italiano, dall’altro individuare le minacce provenienti dal cyber spazio e che potenzialmente possono mettere a repentaglio tanto la funzionalità dei servizi innovativi offerti ad esempio dalla robotica, dall’Intelligenza Artificiale e dalla Telemedicina, quanto la tutela dei dati personali dei pazienti.

 “E-Health il futuro dell’assistenza sanitaria” il corso Ecm di Consulcesi Club fa parte di una collana dei corsi utili “ai tempi del coronavirus” disponibili sul sito www.consulcesi.com. 

Tortorella: «La lezione del Covid-19 è che i medici e gli scienziati vanno ascoltati e rispettati»

Da Trump a Montagnier, lo scettro delle fake news in mano al potere

Un monito per la Fase 2: non usare gli operatori sanitari come capri espiatori, avere fiducia nella scienza e combattere infodemia e fake news

Roma, 24 aprile 2020 – «Se c’è una lezione che dobbiamo imparare dal Covid-19 è che i medici e tutti gli operatori sanitari vanno ascoltati e rispettati. Le fake news purtroppo continuano ad avvelenare i pozzi e questa è una deriva pericolosa mentre ci avviamo alla Fase 2. È ancora più pericoloso che a diffonderlo siano personalità istituzionali come è successo oggi con Donald Trump e nei giorni scorsi con il premio Nobel Luc Montaigner».

Lo afferma Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi, network di formazione e tutela legale da sempre al fianco di medici e operatori sanitari, i quali durante questa pandemia sono giocoforza sotto i riflettori. «I medici e gli operatori sanitari, gli stessi aggrediti nei pronto soccorso, sulle ambulanze e nei reparti, sono diventati da un giorno all’altro i nuovi “supereroi”. Li abbiamo applauditi e pianto con loro e per loro mentre in centinaia perdevano la vita combattendo contro il virus. Poi, quando hanno invitato alla prudenza nel passaggio alla Fase 2, improvvisamente sono diventati gli “untori”, i propagatori del Covid-19 e sono stati messi in discussione (di nuovo). Questo avviene per una palese difficoltà nel gestire l’infodemia, a causa di una ricerca patologica di informazioni sensazionalistiche e allarmiste e senza alcun fondamento scientifico. È uno scotto che finisce per pagare poi proprio chi è in prima linea a combattere per la nostra salute».Da Consulcesi arriva dunque un monito a non usare gli operatori sanitari come capri espiatori, ad  avere fiducia nella scienza e ad avviare un salto culturale combattendo il nemico delle fake news. In tal senso, per fare chiarezza su quello che è stato e su quello che potrebbe succedere in futuro per aiutare medici e cittadini a orientarsi in una giungla di informazioni, tra evidenze scientifiche e fake news, Consulcesi ha messo in campo tutte le sue risorse per realizzare un progetto integrato sul Covid-19 che unisce arte, cultura, formazione e solidarietà. L’iniziativa prevede una collana di corsi di formazione destinati agli operatori sanitari a un ebook intitolato “Covid 19-il virus della Paura” rivolto a tutti fino a un vero e proprio docufilm.