Torino, la class action dei cittadini soffocati dallo smog che chiedono 36 mila euro di risarcimento

Consulcesi è pronta all’azione legale collettiva per oltre 3mila comuni in cui la Corte Ue a ha accertato violazioni della direttiva sulle polveri sottile nell’aria
«Ti aiutiamo a chiedere un risarcimento di 36.000 euro per ogni anno in cui hai vissuto in uno dei comuni inquinati». Per smuovere la battaglia contro lo smog, si punta anche alla battaglia legale e al riconoscimento di un indennizzo per i danni provocati alla salute. Ricorda le class action americane o olandesi, compresa quella da Oscar di Erin Brockovich per le contaminazioni di cromo in California, «Aria Pulita», l’azione legale collettiva lanciata da Consulcesi nei capoluoghi italiani, compreso Torino.
«Ha lo scopo di accertare la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, con conseguente richiesta di danni, in favore dei residenti delle zone in cui è stato accertato il superamento dei limiti delle particelle inquinanti nell’aria» spiega Marco Tortorella, legale di Consulcesi.
Dopo Milano e Roma, anche sotto la Mole si va verso l’azione legale dettata dal superamento dei livelli di inquinamento. Negli ultimi mesi, hanno chiesto informazioni sull’iniziativa 15.161 concittadini e 200 si sono fatti avanti per aderire (col versamento di 350 euro) alla battaglia mossa per pretendere dallo Stato e dalle Regioni il rispetto delle soglie delle emissioni previste dall’Unione Europea.
La Corte di Giustizia Europea ha accertato la violazione degli standard di legge per le polveri sottili (Pm10 e biossido di azoto) presenti nell’aria nella decade 2008-2018. Su questa decisione storica si muove l’iniziativa di Consulcesi. Parliamo di un network legale specializzato nelle cause collettive in materia comunitaria. Con un’esperienza ventennale maturata nelle battaglie a tutela dei lavoratori delle professioni sanitarie e, in particolare, sulle azioni mosse per il riconoscimento dei risarcimenti per la violazione della legge Ue che obbliga a riconoscere una retribuzione agli anni di specializzazione.
«L’azione legale rappresenta la presa di coscienza dei cittadini come stimolo a trovare una soluzione. Inoltre, è anche l’occasione per spingere le Istituzioni affinché intervengano per porre rimedio a tale intollerabile situazione che, nonostante la condanna da parte della Corte di Giustizia Europea, continua a
perpetrarsi», aggiunge Tortorella.

A Torino, non sarebbe la prima volta che i giudici sono chiamati ad occuparsi del problema smog. Oltre all’inchiesta sulle responsabilità degli amministratori accusati del reato di «inquinamento ambientale»,
l’iniziativa degli svizzeri Consulcesi richiama quella mossa da una famiglia per i problemi di salute provocati al figlio.