Covid: omicron sfugge ai tamponi rapidi, quasi 1 su 2 è un falso negativo

Guido Rasi, direttore scientifico di Consulcesi: “In questo contesto, il ruolo degli operatori sanitari sarà ancora più centrale nella valutazione dei pazienti. Fondamentale tenersi aggiornati”

“Con la variante omicron destinata a diventare predominante, i tamponi antigenici rapidi rischiano di diventare inutili. La nuova versione del virus Sars-CoV-2 sembra in grado di sfuggire con maggior frequenza ai test diagnostici oggi più utilizzati”. A spiegarlo è Guido Rasi, consulente del commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo e direttore scientifico di Consulcesi. Rasi è anche uno dei docenti del corso di formazione professionale Ecm di Sanità In-Formazione per Consulcesi Club intitolato “Un test per tutti. Test di screening diagnostici e il loro funzionamento”. “Ora più che mai è fondamentale che gli operatori sanitari continuino a tenersi aggiornati sull’evoluzione del virus e delle nostre conoscenze sia in campo diagnostico che terapeutico”, sottolinea Rasi. 

Che i tamponi antigenici rapidi siano poco sensibili e quindi poco attendibili nel rilevare la positività alla variante omicron lo ha anche sottolineato la Food and drug administration (Fda). “Dati preliminari indicano che circa il 40 per cento delle persone positive alla variante omicron può risultare negativo ai test rapidi, quasi 1 su 2”, spiega Rasi. Una brutta notizia, questa, che arriva nel pieno della quarta ondata.

Come abbiamo imparato in questi 2 anni di pandemia, la diagnostica e il tracciamento sono ancora ritenuti strumenti fondamentali per contenere la pandemia. La “perdita” di affidabilità dei test antigenici rapidi potrebbe rendere tutto questo più complicato e difficile. “Spero siano presto disponibili test rapidi aggiornati ed attendibili per la omicron, ma nel frattempo è necessario alzare la guardia”, dice Rasi. “In questo contesto, il ruolo degli operatori sanitari sarà ancora più centrale nella valutazione dei pazienti”, aggiunge. “Da parte nostra – fa eco Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi – continueremo ad allargare e ad aggiornare più possibile la nostra offerta formativa. Certi dell’importanza dell’aggiornamento professionale sempre, e in particolar modo in tempi di Covid, continueremo a lavorare a fianco degli operatori sanitari offrendo loro gli strumenti conoscitivi più adeguati per continuare a far fronte a questa emergenza”.

Covid: Consulcesi, formazione unica via per contrastare cultura no vax

Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi sul caso del medico di Biella con il braccio di silicone e tutti i medici no-vax: “le paure irrazionali si sconfiggono con la conoscenza” 

“La mancanza e la carenza di formazione professionale tra gli operatori della sanità può portare a episodi tragicomici come quello che ha visto protagonista un odontoiatra di Biella, che ha provato ad aggirare l’obbligo vaccinale per i sanitari ricorrendo a un braccio di silicone”. Lo ha detto Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. “Se nel nostro paese ci sono centinaia di medici che non credono alla sicurezza ed efficacia del vaccino, nonostante le numerose evidenze scientifiche, è perché troppo spesso dopo la laurea la formazione viene molto trascurata o addirittura interrotta. In realtà – continua Tortorella – un operatore della sanità non dovrebbe mai smettere di studiare. Formazione a aggiornamento professionale sono un loro dovere e un loro diritto”. Secondo il presidente Consulcesi, i medici e gli operatori sanitari hanno il dovere e il diritto di dedicare del tempo per stare al passo con gli avanzamenti della medicina. “Consapevoli però di quanto sia difficile per un operatore sanitario ricavarsi del tempo per la formazione e l’aggiornamento, abbiamo cercato di offrire loro strumenti agili e coinvolgenti che consentano loro di adempiere all’obbligo formativo più agevolmente”, conclude Tortorella.

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Covid: Rasi, gestione pandemia complicata da formazione frammentaria e disomogenea

“La mancanza di omogeneità strategica e di coordinamento nella formazione degli operatori ha contribuito a complicare la gestione della pandemia”. Lo ha dichiarato Guido Rasi, nel suo intervento al Forum Risk Management di Arezzo. “Un fattore che ha favorito la diffusione incontrastata del Covid è stata l’assenza totale di standardizzazione e di trasferimento rapido e immediato di conoscenze che man mano si acquisivano agli operatori in primis e poi ai cittadini”, spiega Rasi. “Eppure, oggi, grazie alla tecnologia l’informazione può essere estremamente rapida e immediata verso tutti gli operatori sanitari, sia sul fronte della diffusione delle best practice e sia nella diffusione di scoperte, con la possibilità inoltre di fare check sul recepimento di tali contenuto. Questo, in pandemia sarebbe stato fondamentale. Informazione, raccolta dati e utilizzo dell’informazione tramite la formazione – prosegue – sono i cardini che abbiamo imparato e che dovranno essere costanti nella fase post-pandemica. Ma devono diventare imperativi in fase di crisi sanitaria”. 

Sul fronte delle vaccinazioni Rasi si ritiene piuttosto soddisfatto. “Nonostante i punti critici, con oltre 80% delle adesioni tra gli over 12, la campagna vaccinale è stata un successo dal punto di vista logistico e di adesione se contestualizzato a livello mondiale”, commenta Rasi. “Se devo dare un voto alle istituzioni italiane sulle decisioni prese, queste sono state all’80% corrette ed efficaci. Di quel 20% di errori abbiamo certamente – continua – l’attenuante dell fattore ignoto, per cui forse non sarebbe stato possibile fare tanto di più. Poi, guardando cosa succede nel resto del mondo, a parte un inizio difficile perché l’Italia è stato il primo paese colpito in maniera massiva, abbiamo segnato il passo per molti altri paesi che ci hanno poi seguiti”. Un altro elemento di debolezza della gestione della pandemia, secondo Rasi, è stata l’implementazione sul territorio delle decisioni del Governo. “Al livello delle autorità locali, non si è mai pensato di fare interventi strutturali di accompagnamento alla campagna vaccinale”, spiega, riferendosi in particolare alla comunicazione. “Una strategia di comunicazione efficace avrebbe aiutato tutto il mondo ad accettare la vaccinazione e a comportarsi di conseguenza”, conclude.

Consulcesi – Massimo Tortorella

Test APS. Consulcesi, Tortorella: “Professioni sanitarie non sono serie B, inaccettabile ritardo nelle graduatorie”

«Preoccupanti il lassismo e l’incuria intorno ai test di professioni sanitarie, clamoroso il ritardo sull’uscita dei punteggi, oltre alle irregolarità registrate e alla scarsezza di informazioni che stanno generando disagio e malcontento tra i giovani. Stiamo monitorando la situazione, siamo pronti a partire con i ricorsi». Commenta così il caos di queste ore sui test di ingresso di infermieri, fisioterapisti, ostetrici e altri tecnici, il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella, il network legale dei professionisti sanitari. 

«Perché non è stata annullata la domanda con 2 risposte esatte nel test Cineca, così come accaduto al test di Medicina? Alcuni ragazzi potrebbero non aver risposto proprio perché confusi delle due opzioni di risposta esatte, perdendo l’assegnazione della risposta». Il presidente del network legale Consulcesi evidenzia lacune che lasciano intendere che le professioni sanitarie siano considerate ‘di serie B’ dalle Istituzioni.

In alcune città, come a Firenze ad esempio, ancora devono uscire persino i punteggi, in altre non c’è chiarezza di comunicazione sulla scelta delle sedi. E poi, ci sono dubbi sul metodo di calcolo dei punteggi, alcuni ragazzi hanno difficoltà a capire la loro posizione in graduatoria. «Disagi che non coincidono con il rinvio delle date delle immatricolazioni ai corsi molti sono lavoratori e non sanno come organizzarsi in base alla loro ammissione», commenta Tortorella.

«Tutto questo è indice di scarso interesse verso una categoria che rappresenta le fondamenta del nostro Sistema Sanitario e che dovrebbe essere rispettata già dall’ingresso in facoltà. Consulcesi ha messo in campo la propria esperienza per lavorare al fianco dei professionisti sanitari e supportarli attraverso lo Sportello Informativo www.numerochiuso.info/ o il numero verde 800189091» conclude Tortorella. Sono quasi 73mila gli aspiranti infermieri, fisioterapisti e tecnici che hanno sostenuto il test d’ingresso ai corsi di laurea in professioni sanitarie, l’ultimo dell’area accademica medico-sanitaria, che segue la discussa prova di Medicina e chirurgia.

Estate, malattie gastro-intestinali in aumento. Arriva l’Ecm Series “Gusto è salute” per combatterle con la dieta mediterranea funzionale

La specialista Serena Missori e la chef Marisa Maffei nella serie formativa per medici e operatori sanitari firmata Consulcesi

Con la calura estiva aumentano o si acutizzano i disturbi gastro-intestinali. Gonfiore, mal di pancia, stipsi alternata a diarrea diventano così i nemici numero uno delle vacanze di milioni di italiani, molti dei quali costretti a rinunciare a gusti e sapori delle mete estive. In realtà è possibile coniugare gusto e salute. Anzi con il gusto è possibile proteggere o addirittura migliorare la propria salute. È questo il tema centrale del progetto Consulcesi di Massimo Tortorella e Sanità In-formazione Gusto è Salute. Un’iniziativa pensata per ‘formare i formatori’ e cioè medici di famiglia, nutrizionisti, infermieri e gli altri operatori sanitari per arrivare così alla popolazione generale. 

“Colite, disturbi dell’alvo, reflusso, gonfiore sono la spia di numerose problematiche che possono essere gestite con alimentazione funzionale e biotipizzata”- dichiara Serena Missori endocrinologa nutrizionista e responsabile Gusto è Salute. “Importante è non sottovalutarle e correre ai ripari, dice l’esperta, perché spesso questi sintomi sono la spia di qualcosa di più come steatosi epatica, gastriti, colon irritabile, diverticolite e altre malattie infiammatorie e croniche intestinali. L’alimentazione ha ruolo chiave nell’insorgenza di tali problematiche”.  conclude la Missori. 

La dieta mediterranea ‘funzionale’ e come sfatare alcuni falsi miti. Per coniugare gusto e salute e preservare la tradizione culinaria del nostro Paese è essenziale rivisitare la dieta mediterranea in ottica ‘funzionale’ introducendo alimenti e associando sapientemente ingredienti che possano contrastare l’insorgenza di malattie.  La formazione svolge una funzionale essenziale per sfatare alcuni falsi miti culinari e aggiornare le proprie credenze. Ad esempio, che la frittura faccia male e vada evitate. E invece, la frittura stimola la secrezione di bile e facilita la pulizia intestinale. Ad esempio, l’avena deve tornare ad essere protagonista della dieta mediterranea. Infatti, l’avena contiene i beta-glucani favoriscono il transito intestinale e fanno bene al microbiota. E per preservare il gusto, consumare il cioccolato fondente e la frutta secca.  

La chef Marisa Maffeo, finalista a Masterchef, forte del suo trascorso da infermiera realizza per Gusto è Salute ricette che coniugano perfettamente il gusto, il piacere culinario e la tutela della salute sulle indicazioni guida della dottoressa Missori. 

Show cooking: dalla teoria alla pratica. Gusto è Salute è un progetto formativo innovativo di Consulcesi Club e Sanità In-Formazione rivolto a i medici e ai professionisti sanitari che hanno la possibilità di aggiornare le proprie conoscenze in ambito nutrizionale grazie alla collaborazione tra esperti di medicina e professionisti del mondo culinario. La modalità alterna contenuti teorici a preparazione pratica degli alimenti attraverso video e sessioni di show cooking, proprio come una puntata di Masterchef. La Ecm – series è costituita da cinque corsi dedicati alla dieta giusta per ipo e ipertiroidismo, infiammazione cronica silente, cellulite, intolleranze alimentari e problemi gastro-intestinali.  

La dottoressa Serena Missori, affiancata nelle diverse edizioni della serie formativa da Gianfranco Vissani, Roberto Valbuzzi ed ora da Marisa Maffeo, ha voluto trasmettere agli operatori sanitari le tecniche migliori, da trasferire ai propri pazienti, su come mangiare in modo sano e con gusto, ma divertendosi. 

Iniziativa di gamification. I primi 50 professionisti sanitari che termineranno il corso entro due mesi, riceveranno una healthy box con gli alimenti ‘funzionali’ le ricette del corso. Un’iniziativa di gamification realizzata da Consulcesi Club per incentivare l’interazione e migliorare l’apprendimento. I partecipanti potranno cimentarsi in cucina e realizzare concretamente piatti in cui potranno riscontrare direttamente che, nella consapevolezza di ciò che è bene mangiare e nella giusta interazione tra gli alimenti, il Gusto è Salute.

Per info: https://www.corsi-ecm-fad.it/ 

Ufficio stampa Consulcesi 

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Gusto è Salute, la serie formativa firmata Consulcesi con Serena Missori e Gianfranco Vissani

La formazione dei medici passa anche dalla conoscenza della corretta alimentazione

Mangiare è considerato uno dei piaceri della vita, ma “mangiare bene” è il primo passo verso una buona salute. Un corretto stile alimentare, infatti, contribuisce a costruire, rafforzare, mantenere il corpo e a fornire l’energia quotidiana indispensabile al buon funzionamento dell’organismo. Essere consapevoli di ciò che si ha nel piatto è importante quanto il modo di mangiare; prendersi il tempo per cucinare, mangiare e condividere un momento di relax sono infatti tutti elementi che hanno un impatto diretto sia sulla nostra alimentazione, che sulla nostra salute. Per questo Consulcesi, di Massimo Tortorella, ha creato il progetto “Gusto è Salute”, una serie formativa che coniuga il piacere del cibo  alla cura della salute. 

Docenti di eccezione per questa serie firmata Consulcesi la dottoressa, esperta di alimentazione ed autrice di diversi libri, Serena Missori e lo chef Gianfranco Vissani. 

La visione di uno show cooking in cui vengono individuati gli alimenti giusti e spiegata la loro corretta preparazione e associazione per ogni corso della serie, dimostra l’importanza della formazione medica anche in ambito alimentare. 

<<Siamo giunti agli ultimi due corsi di questa serie formativa, nel primo affronteremo come prevenire e trattare varie problematiche digestive e infiammatorie intestinali che, oltre ad essere motivo di diverse consultazioni specialistiche, sono spesso sentore di numerose problematiche risolvibili attraverso un’alimentazione funzionale e intelligente – Dichiara la dottoressa Missori – Nel secondo vedremo quali sono gli alimenti utili per la gestione di ipo ed ipertiroidismo e spiegheremo come sia favorevole l’associazione di alimenti funzionali e l’integrazione di nutraceutici per ottimizzare la funzione tiroidea con e senza associazione a terapia convenzionale>>.

Il progetto “Gusto è Salute” si sta rivelando molto importante per i medici che hanno potuto aggiornare le proprie conoscenze in ambito alimentare, attraverso dei corsi in cui i contenuti teorici possono essere riscontrati nella preparazione pratica degli alimenti grazie alla collaborazione tra esperti di medicina e professionisti del mondo culinario. Uno degli obiettivi principali di questa serie formativa è proprio quello di trasmettere agli operatori sanitari le tecniche migliori, da trasferire ai propri pazienti, su come mangiare in modo sano e con gusto, ma divertendosi. 

MEDICINA, SPECIALIZZAZIONE: CONSULCESI, BANDO IN SCADENZA MA ANCORA DUBBI SU POSTI DISPONIBILI

Da Consulcesi consigli a specializzandi: attenzione a regole del bando, seguite bene le istruzioni

Roma, 1 giugno – Mancano due giorni alla chiusura del bando di iscrizione al concorso per l’ammissione alla Scuole di Specializzazione medica, ma ancora nel bando non è definito il numero di posti disponibili che verrà comunicato in seguito con dei decreti attuativi. Questa mancanza potrebbe generare delle criticità anche nella selezione che prevede l’attribuzione e la valutazione del curriculum. Per questo la prima raccomandazione che Consulcesi, di Massimo Tortorella, fa agli specializzandi è quella di prestare attenzione al bando e di effettuare l’iscrizione seguendo attentamente le istruzioni. Oltre ad allegare il documento di identità e a compilare la domanda di iscrizione in tutte le sue parti, bisogna essere attenti ad allegare la cosiddetta “dichiarazione di attinenza della tesi” che deve essere controfirmata dal Relatore della tesi, o dal Presidente del Corso di studi, oppure dal Direttore del Dipartimento cui afferisce il corso di studi. In questo caso, non essendovi a disposizione un modello di certificazione, la dichiarazione deve essere allegata seguendo minuziosamente le indicazioni del bando. Inoltre, Cineca non gestisce i pagamenti, né verifica che siano andati a buon fine; per questo consigliamo di verificare presso l’ente di riferimento che il pagamento sia andato a buon fine.  

In aggiunta, agli specializzandi si suggerisce di prestare attenzione ad alcune cose durante la prova di ammissione che si terrà il prossimo 20 Luglio, sulla scorta delle irregolarità già riscontrate. È necessario che: le aule in cui si svolgerà la prova siano idonee anche a fronte del rispetto delle norme anti-covid; il metro di trattamento nei controlli da parte delle Commissioni sia omogeneo; non vi siano interruzioni durante le prove; i computer siano tutti funzionanti al fine di evitare black out come avvenuto in passato.

Consulcesi seguirà attentamente lo svolgimento delle prove di selezione per garantire la tutela a tutti coloro che, per diverse ragioni, dovessero riscontrare delle irregolarità e volessero intraprendere un percorso legale di ricorso. È importante, altresì, che nel giorno della prova i candidati si presentino in orario e che, oltre a portare con sé il documento di identità, il tesserino con il codice fiscale rilasciato dall’Agenzia delle entrate o la tessera sanitaria e tutto quanto previsto dal bando, rispettino tutte le regole previste dal decreto per lo svolgimento dell’esame che contengono anche norme igienico-sanitarie di protezione dal Covid-19 come indossare la mascherina, utilizzare il gel igienizzante, mantenere la distanza di sicurezza, utilizzare la propria penna e non toccare il computer destinato ad altri.

Covid: terapia domiciliare fondamentale, no a cortisone e antibiotici

Nel corso di formazione professionale Ecm di Consulcesi “La gestione del paziente Covid-19 nel contesto domiciliare” tutte le informazioni più aggiornate con la consulenza di Emanuele Nicastri direttore malattie infettive Istituto Spallanzani di Roma

La gestione del paziente Covid-19 a casa è centrale in questa pandemia, che sta mettendo a dura prova le strutture ospedaliere. Ma per poter sfruttare appieno le potenzialità della medicina territoriale è necessario seguire protocolli standardizzati, omogenei e integrati. Per questo è fondamentale che gli operatori deputati alla gestione del paziente Covid-19 nel domicilio stiano al passo con le ultime – e in continuo aggiornamento – strategie per l’assistenza, il monitoraggio e la cura nel domicilio. È questo l’obiettivo del corso di formazione professionale ECM di Sanità In-Formazione per Consulcesi Club dal titolo “La gestione del paziente Covid-19 nel contesto domiciliare”.

“La gestione del paziente a casa è fondamentale per ridurre la pressione sugli ospedali”, conferma Emanuele Nicastri, direttore della divisione di malattie infettive ad alta intensità di cura e altamente contagiose dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma e docente del corso ECM. “Ma bisogna stare attenti a farlo in maniera appropriata, evitando prima di tutto l’utilizzo di farmaci che andrebbero prescritti solo in ambito ospedaliero”, aggiunge. Eppure, dopo oltre un anno dall’inizio della pandemia, ancora oggi si assistono a prescrizioni mediche inappropriate che, anziché aiutare i pazienti, rischiano di peggiorare la loro situazione. “Bisogna ad esempio evitare di prescrivere cortisone, antibiotici ed eparina come trattamento per la gestione domiciliare del paziente Covid-19”, sottolinea Nicastri. “Abbiamo evidenze – continua – che l’uso di cortisone nel paziente che non ha bisogno di ossigeno è dannoso. Vi è un incremento del 19 per cento della mortalità. Il cortisone, infatti, prolunga la fase virale e nasconde i sintomi. Ci fa perdere di vista il calo di saturazione che è un parametro fondamentale per decidere il ricovero”. Il cortisone rientra infatti nei trattamenti che, nella gestione dell’infezione Covid-19, vanno erogati in ospedale, così come l’eparina. Anche l’antibiotico andrebbe evitato. “Perché dovremmo immaginare una coinfezione batterica in un paziente Covid-19?”, dice Nicastri. “Solo l’8 per cento dei pazienti ha una condizione batterica e a casa questa percentuale è ancora più bassa”, aggiunge.

La gestione del paziente Covid-19 nel domicilio si basa in buona parte su interventi non farmacologici, come indicazioni su stili di vita, modalità di comportamento per l’isolamento, per la respirazione, la quarantena, ecc. I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, nel momento in cui vengono a conoscenza di un caso tra i propri pazienti devono farsi carico di diversi compiti, nello svolgimento dei quali ha la facoltà di coinvolgere le Unità speciale di continuità assistenziale (USCA), il cui scopo è di operare in collaborazione con i medici di famiglia e pediatri nella gestione domiciliare dei pazienti in quarantena o isolamento.

Il monitoraggio quotidiano a distanza delle condizioni dei pazienti in isolamento è fondamentale, poiché circa il 10-15% dei casi lievi degenerano in forme severe della malattia. Dal canto suo il paziente deve essere anche istruito, laddove possibile, all’automonitoraggio di un parametro importantissimo, cioè quello della saturazione dell’ossigeno, un abbassamento della quale sta a indicare un aumento del decorso negativo della malattia e di prognosi infausta. Assieme alla saturazione, il paziente può verificare anche la frequenza cardiaca.  Tra gli altri interventi a domicilio, oltre ai farmaci deputati al controllo dei sintomi, è raccomandata una buona idratazione e nutrizione, ed eventualmente il paziente può essere istruito alla pronazione per favorire l’ossigenazione.

Consulcesi – Massimo Tortorella

Covid 19 – Il virus della paura: in arrivo a noleggio su Infinity dal 1 aprile

Il docufilm, girato su iniziativa di Consulcesi e patrocinato dal Ministero della Salute, è nato per smontare le fake news e commemorare i professionisti sanitari

Sarà disponibile a noleggio su Infinity dal 1° aprile il docufilm Covid-19 – il Virus della Paura girato poco prima del lockdown su iniziativa di Consulcesi, società di formazione e assistenza per i professionisti sanitari, e patrocinato dal Ministero della Salute.

Non dimenticare e imparare dagli errori. È questo il senso del docufilm Covid-19 – il Virus della Paura che si prefigge tre grandi obiettivi: offrire al pubblico una rielaborazione accurata di quanto accaduto, smontando fake news e teorie antiscientifiche; commemorare i medici eroi e tutti i professionisti sanitari e offrire una grande guida informativa e formativa aggiornata e affidabile.

Il docufilm, ideato da Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi, e firmato dal regista Christian Marazziti, nasce come pellicola di formazione di medici e operatori sanitari e ripercorre in 80 minuti i momenti principali della pandemia con le sue peculiarità e i risvolti psicosociali: il discorso del Presidente Conte del 4 marzo, la chiusura delle frontiere, il blocco delle attività produttive, scolastiche e ricreative.

Covid-19 – il Virus della Paura racconta i sentimenti degli italiani: la paura dell’ignoto che sfocia in comportamenti di discriminazione verso un nemico immaginario. La stessa paura che alimenta ipocondria e psicosi, responsabile del proliferare di bufale e fake news alla quale si contrappone il polo positivo della conoscenza e del metodo scientifico.

Il film unisce materiale di repertorio sulla pandemia alle storie di 4 personaggi di finzione analizzate da un pool di esperti, composto da virologi, infettivologi e psicologi, tra i quali Massimo Andreoni, direttore Rep. Malattie Infettive Tor Vergata, lo psicoterapeuta Giorgio Nardone del Centro Terapia Strategica, Giuseppe Ippolito, direttore Scientifico Lazzaro Spallanzani e il professor Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Direttore Scientifico del progetto è Guido Rasi, ex Direttore EMA.

L’Halving e i cicli delle cripto: perché il Bitcoin raggiungerà i 500 mila dollari

Perché il Bitcoin continua ad esplodere? Il boom delle quotazioni, da un lato è da ricondurre ad un numero crescente di investitori istituzionali che sono scesi in campo cercando di sfruttare le potenzialità di questo asset per potenziare i loro guadagni. Dall’altro lato, esiste un aspetto meno conosciuto ai non addetti ai lavori ma che sta contribuendo all’esplosione dei prezzi e che porterà, nei prossimi anni il Bitcoin a quintuplicare il suo valore, si chiama halving. Parola di Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Tech e autore del libro ‘Cripto svelate. Perché da blockchain e monete digitali non si torna indietro’ (Paesi edizioni). “Una seria analisi del fenomeno non può prescindere dal fenomeno dell’halving, cioè dal dimezzamento del valore dei bitcoin coniati o estratti.  L’andamento del bitcoin va analizzato nell’arco di 3- 4 anni, periodo nel quale potrebbe oscillare addirittura dai 150 mila dollari ai 500 mila dollari.” dichiara Massimo Tortorella

Il fenomeno ciclico dell’halving. Alla base del Bitcoin, moneta digitale nata nel 2009, esiste un algoritmo regolamentatore: dopo ogni 210.000 blocchi estratti, la remunerazione per gli investitori si dimezza. Questo avviene circa ogni quattro anni. Ad esempio, fino al 28 novembre 2012 era pari a 50 Bitcoin per blocco, da quella data e fino al 9 luglio 2016 scese a 25 Bitcoin, da allora fino all’11 maggio 2020 è stata di 12,50 Bitcoin. A ogni dimezzamento o halving i Bitcoin tendono ad aumentare in circolazione in misura minore. “In passato, a ogni data in cui è scattato tale dimezzamento della remunerazione, il valore dei Bitcoin è schizzato nei mesi seguenti” dichiara Tortorella. Dal novembre 2012 al novembre 2013, ad esempio, è esploso da circa 12 a 1.000 dollari. Dal luglio 2016 fino al dicembre 2017, è triplicato da 655 a oltre 19.000 dollari. Infine, dal maggio scorso ad oggi è nuovamente triplicato da 8.800 a oltre 23.000 dollari. “Sono passati solo 10 anni da quando il bitcoin raggiunse la parità con il dollaro e oggi ci vogliono 50 mila dollari per 1 bitcoin. Quest’anno, il mercato è arrivato al trilione mentre il mercato complessivo dell’argento conta 200 billion circa, è possibile che tra 3-4 anni il bitcoin supererà il mercato dell’oro e dell’argento. Così come è plausibile che in un futuro più lontano supererà le monete Fiat” sostiene Tortorella. 

Come funziona il Bitcoin. Questa moneta digitale non viene emessa da un sistema centralizzato, né in quantità infinite ma viene “estratta” da chiunque voglia, moderni minatori (i ‘miners’) la cui capacità sono competenze informatiche rilevanti. Il processo è una sorta di gioco d’intelligenza: i vari miners infatti devono completare il processo di validazione risolvendo un problema matematico alla base dell’algoritmo che regola il mining. E il primo miner, o gruppo di miners, che risolve il problema e riesce a produrre un Bitcoin, rendendolo così disponibile sul mercato, viene remunerato con una certa quantità del Bitcoin stesso. Chiunque, scaricando la Blockchain sul proprio pc, può diventare un “nodo” di questa rete. 

La doppia previsione per il futuro. Secondo l’analisi previsionale di Massimo Tortorella il bitcoin potrebbe oscillare dai 150 mila dollari ai 500 mila dollari nei prossimi anni.  Alla base dell’oscillazione c’è da un lato una visione ‘pessimista’ che prevede il bitcoin a 150 mila dollari e ethereum a 5mila questo perché ancora se il mercato non ha espresso il massimo. L’analisi è riferita ai prossimi 3- 4 anni e vedrà un mercato globale Crypto a 4 trilioni, quindi +100% all’anno. Secondo la valutazione ottimistica di Tortorella, il bitcoin arriverà 500mila e l’ethereum a 15 mila dollari con un mercato globale a 12 trilioni. Questo potrebbe portare nel triennio successivo a far sparire le Fiat e permetterebbe alle cripto di aumentare +300% all’anno.